Aspetti Naturalistici
Il territorio comunale di San Pietro Clarenza è ubicato alle pendici meridionale del Monte Etna a circa m. 470 s.l.m.I suoi confni sono: a nord con il Comune di Belpasso, ad est con il Comune di Mascalcia, a sud con San Giovanni Galero e ad ovest con il Comune di Camporotondo Etneo.
La morfologia del territorio è strettamente collegata al vulcano e quindi alla storia delle sue eruzioni.
Le due colate laviche più importanti sono state nel 693 a. C. e nel 1669 d. C.
Esse hanno dato origine a diversi terreni vulcanici (in particolare nella zona di via Roma, nell'area della contrada detta Timpazza, e nella zona a macchia boschiva a sud di S. Antonio Eremita, a grotte e cunicoli.
Gli anziani abitanti di San Pietro conoscono alcune cavità e gallerie sotterranee esistenti, chiamate in dialetto "Accalori" ovvero valvole di sfogo del vulcano.
Esse sono la grotta delle "Palombe", nei pressi del villaggio I.A.C.P., quella del "Signore" ubicata vicino l'asilo comunale e visibile dalla strada e quella "Sganghera" in contrada Calvario in un area agricolo-rurale ricca di muretti a secco.
La vegetazione spontanea del territorio di San Pietro Clarenza, è quella tipica delle basse pendici dell'Etna per cui ad ulivi e viti, nei terreni coltivati, si alternano ginestre e roverelle, muschi e licheni che conferiscono una particolare colorazione alle rocce.
L'agricoltura
Nato come piccolo borgo rurale, San Pietro Clarenza aveva come fonte primaria di sostentamento l'agricoltura, anticamente basata sulla coltura della vite, quasi totalmente sostituita dagli agrumi intorno agli anni sessanta.
Il territorio collinare in parte sciaroso, per il resto caratterizzato da vari dislivelli è organizzato su terrazzamenti limitati e sorretti da muri a secco in pietra lavica grezza di varie dimensioni detti nel dialetto locale "cuncurrenti".
Il territorio agricolo oggi esistente ha un'estensione di 98,77 ha, diviso in 120 aziende.
Le colture riscontrate sono: agrumi, olivo; le minori: vite, fico d'india.
Non si tratta di colture specializzate, spesso infatti le colture suddette si trovano consociate con altre: fico mandorlo, noce, pero, pesco, gelso, melo, cotogno, ciliegio, prugno dando luogo a frutteti atti a soddisfare esigenze familiari e non di mercato. Oggi visti i casi di abbandono, le parti di territorio incolte sono in aumento ed in effetti l'agricoltura clarentina è in crisi.
Fonte: http://www.comunesan...Inserito da Alfredo Petralia
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