La nascita di Giarre ha nel vescovo conte Nicola Maria Caracciolo il suo protagonista, che si trovò dinnanzi ad un grosso problema per le terre della contea. Boschi, paludi, incursioni saracene non facevano altro che aggravare la situazione economica di questi 8 mila ettari di territorio.
Così, il 5 ottobre 1558 il vescovo convocò nella chiesa di S. Maria degli Angeli a Mascali alcuni rappresentanti per offrire loro, attraverso lo strumento dell'enfiteusi, queste terre, ricche di acqua, prevalentemente in pianura ma infestate da boscaglia nociva e pericolosa.
Questa data segnò l'inizio del popolamento del territorio, anche perchè le terre furono concesse a censi molto bassi e a chi voleva stabilmente dimorare nel territorio. A quest'ultimi veniva anche donata la terra necessaria per la costruzione di un modesto alloggio. Acesi e messinesi investirono in queste terre i loro capitali e in un secolo i grandi possedimenti incolti furono trasformati in vigneti ricchi di vino e generosi di guadagni. Giarre divenne un centro di benessere, anche perchè dopo il terremoto del 1693 la vecchia strada consolare che la tagliava fuori dal transito per Catania e per Messina, venne spostata verso il mare. Il piccolo quartiere iniziò una dura lotta per la supremazia su tutto il territorio.
Nel 1784 aveva aperto una strada che dal centro arrivava alla marina di Riposto da dove tutte le merci dell'hinterland partivano per i vari porti del Mediterraneo.
I vescovi conti, in vista dell'incremento demografico di Giarre, nel 1681 concessero un vasto appezzamento di terreno per la costruzione di una chiesa sacramentale, mentre già nella seconda metà del '700 arrivarono nel centro i Padri filippini di Acireale per aprire un oratorio e una scuola per l'istruzione superiore dei giovani. E proprio i Padri filippini, quando si resero conto che la piccola chiesa costruita un secolo prima dedicata a S.Agata e a S.Isidoro non era più sufficiente per la popolazione giarrese, nel 1794 progettarono e fecero edificare la chiesa Madre, dedicata a S.Isidoro, patrono del paese.
Nello stesso periodo arrivarono a Giarre i Padri Agostiniani Scalzi, che si stabilirono nella zona del Convento.
Agli inizi dell'Ottocento si concluse nella contea la secolare lotta tra Mascali e Giarre per il controllo del territorio. Nel 1815 il Parlamento siciliano si pronunciò per l'autonomia amministrativa di Giarre che di fatto, a partire dal 1818, elesse un proprio decurionato, amministrandosi autonomamente. Tutti i quartieri, ad eccezione di Nunziata, chiesero di restare uniti a Giarre. Cominciò così il lento processo di decadenza di Mascali prima che la lava del 1928 la distruggesse totalmente.
Conclusasi la contea con Mascali, Giarre dovette affrontare la questione dell'autonomia commerciale rivendicata dalla classe dirigente di Riposto. Dopo alcune lotte, nel 1841 Riposto riuscì a staccarsi assieme a Torre da Giarre. Da quella data le strade dei due paesi si diversificarono: a Riposto l'elemento dominante rimase il ceto dei commercianti, dei negozianti e dei trafficanti, mentre a Giarre la classe più rappresentativa fu quella delle professioni liberali. Durante il periodo fascista, con il decreto del 9 novembre 1939, i due paesi furono unificati sotto il nome di Giarre-Riposto. Il 12 maggio 1942 un altro decreto autorizzò i due comuni ad assumere la denominazione di "Ionia". Nel settembre del 1945, con decreto luogotenenziale, Giarre e Riposto furono dichiarati nuovamente divisi.
Fonte: http://www.comune.gi...Inserito da Alfredo Petralia
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