Gli studiosi definiscono l'età preistorica siciliana in due fasi: la prima fase è caratterizzata dall'utilizzo di materiali come la selce, l'ossidiana, la ceramica dipinta e più raramente il rame. La seconda fase è invece caratterizzata dall'introduzione di materiali differenti, la cui conoscenza è stata acquisita tramite i rapporti commerciali intrapresi con il Mediterraneo orientale, che hanno portato all'utilizzo del bronzo e del vasellame in una maniera già riscontrata in reperti di origine greco-cretese e micenea. Nella zona di Siracusa sono state rinvenute tracce di vita umana risalenti all'era paleolitica superiore, il che vuol dire ad un'età di circa 18.000 anni prima di Cristo. Infatti il sito costiero dove ora sorge Siracusa è stato fortemente interessato da nuclei abitativi già in tempi preistorici. I primi abitanti si pensa fossero i Sicani, un popolo di incerta origine che viene identificato come di stirpe ligure-iberica. Mentre non è chiaro quando avvenne un cambio con i Siculi, ovvero con il popolo, anch'esso di incerta origine, che prese il posto dei primi lungo le coste orientali della Sicilia, allontanandoli verso l'entroterra di quella regione che si dice proprio da essi prese il nome di Sicilia (mentre prima, secondo Diodoro Siculo, essa si chiamava Sicania). I Siculi, stando alle tante fonti storiche pervenuteci, furono importanti per Siracusa, poiché il suo nome deriverebbe proprio dal linguaggio di questo popolo. La loro terra di provenienza non è ancora oggi certa; molte ipotesi sono state fatte, alcuni pensano venissero dall'Italia, un popolo italico protolatino o di origine ligure, il cui sovrano, Sikelòs, diede loro il proprio nome. Gli storici Antioco di Siracusa e Filisto di Siracusa sostengono nei loro scritti l'ipotesi italica, Filisto dice infatti che Sikelòs era figlio di Italos, mentre Antioco afferma:
« La regione, che ora chiamasi Italia, anticamente tennero gli Enotri; un certo tempo il loro re era Italo, e allora mutarono il loro nome in Itali; succedendo ad Italo Morgete, furono detti Morgeti; dopo venne un Siculo, che divise le genti, che furono quindi Siculi e Morgeti; e Itali furono quelli che erano Enotri » (Antioco di Siracusa, in Dionigi di Alicarnasso 1, 12)
Resta il fatto che non si è ancora riusciti a datare con esattezza il passaggio in Sicilia e non vi è nemmeno certezza sulla loro origine. Alcuni per esempio sostengono che i Siculi non vennero dall'Italia all'isola, ma che fecero invece il percorso inverso: ovvero dall'isola all'Italia. E secondo questa tesi essi potrebbero essere stati uno dei famigerati Popoli del mare, identificati con i Sekeles, di origine mediterranea. Altri ancora li danno come i primi abitatori del luogo dove successivamente sarebbe sorta Roma, dunque nel Lazio.
Ad ogni modo, con essi, si data l'inizio delle vicende siracusane; e ne sono prova e testimonianza i tanti centri abitati che si sono ritrovati nelle località prossime, e anche all'interno, della città, come i villaggi di età neolitica di Stentinello, Matrensa, Ognina, Plemmirio, Cozzo Pantano, Thapsos e Ortigia. Da questi siti proviene il materiale archeologico oggi esposto al Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa. Ma vi sono anche altri siti sul territorio i cui reperti suggeriscono un periodo pre-siculo, definito Periodo Litico ne fanno parte la latomia detta "la Cava del Filosofo", dove sono state ritrovate molte schegge e materiale litico tanto da destare il sospetto che lì ci fosse stata una vera officina. E le genti che ci hanno lasciato questi reperti si pensa fossero di stampo ibero-liguroide imparentate con il ramo della famiglia umana che nell'occidente europeo lasciò i dolmen; dunque popolazioni diverse dai siculi.
Altra necropoli molto importante di questo periodo è la necropoli di Cassibile, ubdicata nei pressi della odierna frazione di Siracusa, Cassibile, si tratta di una delle testimonianze di epoca pre-greca più importanti della Sicilia; in essa vi si trovano circa 2.000 tombe scavate a grotticella artificiale, databili intorno all'anno 1.000 - 800 a.C., nei suoi dintorni vi era un villaggio abitato, dai quali reperti lo si è potuto definire di cultura raffinata, probabilmente influenzato dalla vicinanza con i fenici, popolo dai commerci marittimi in terra siciliana. Il fiume Cassibile, essendo un corso d'acqua, fu molto importante per gli insediamenti dell'uomo, ed è per questo che lungo il suo corso sono appunto state ritrovate numerose tracce di segni di civiltà, ne sono un esempio i Diere, il cui termine deriva dall'arabo "diyar" (casa), ma è molto antecedente all'epoca araba di Sicilia, infatti si tratta di abitazioni scavate nella roccia calcarea; la tipica roccia bianca marina del siracusano che ben si presta alle modellazioni e che per questo è stata così utilizzata in passato, anche da popolazioni pre-greche.
L'altra necropoli, definita la più importante di Sicilia per capire il periodo Sicano e Siculo dell'isola, è Pantalica, ubdicata nel siracusano tra i Monti Iblei presso Sortino e Ferla, conta circa 5000 tombe scavate nella roccia a grotticella artificiale, come quelle della necropoli di Cassibile, a testimonianza che si trattasse senza'altro dello stesso popolo. Pantalica si pensa dunque contasse all'epoca un grande villaggio alle sue spalle, molto grande per quei tempi, e si pensa che fosse la capitale del Regno dei Siculi, ovvero il regno di Hyblon, re dei siculi; un regno che si dice in passato fosse appartenuto ai Sicani, ma non lo si può sapere con certezza dato le difficoltà degli archeologi che, non avendo le sufficienti fonti storiche, fanno fatica a identificare le date del periodo preistorico siciliano. Ma di Pantalica si sa che ad un certo punto si scontrò con Siracusa, ciò avvenne quando i Siculi e i Greci entrarono in conflitto, ovvero quando la cultura greca volle diventare egemone nell'isola di Sicilia.
Fonte: http://it.wikipedia....Inserito da Alfredo Petralia
Mostra / Nascondi