« La chiesa di Siracusa è la prima figlia di San Pietro e seconda dopo la chiesa di Antiochia dedicata a Cristo » (Lettera di Papa Leone X (1517)).
La storia della chiesa siracusana ha origini apostoliche; in questa città infatti venne a predicare nel 61 l'apostolo Paolo di Tarso (poi divenuto San Paolo), come scritto nella bibbia per parola di Paolo stesso:
« Arrivati a Siracusa ci fermammo ivi tre giorni » (Atti degli Apostoli versetto 28,12).
Gli Atti poi non dicono cosa fece Paolo in città e questo silenzio ha creato non poca confusione nelle tesi storiche religiose, ma poiché Paolo era definito l'apostolo delle genti proprio perché predicava il vangelo ovunque andasse è quindi impensabile che non abbia predicato anche a Siracusa nei suoi tre giorni di permanenza. San Giovanni Crisostomo ricordò tale predicazione in due sue omelie.
Altra antica testimonianza della cristianità a Siracusa è data dalle catacombe; le più vaste al mondo, seconde solo a quelle di Roma. Il primo protovescovo della città si narra fu mandato direttamente dall'apostolo Pietro, nell'anno 39 da Antiochia, antica capitale della Siria, fu Marciano, poi divenuto San Marciano, tutt'oggi ricordato proprio nelle statue esterne del Duomo.
Furono i bizantini a mutare il più importante tempio pagano di Siracusa in una basilica paleocristiana, e fu il vescovo Zosimo da Siracusa (poi divenuto San Zosimo), nel 640, a trasferire dalla chiesa di San Giovanni alle catacombe alla neo basilica dell'isola di Ortigia, la sede della cattedrale siracusana e la dedicò alla "Natività di Maria".
I bizantini murarono lo spazio tra le colonne doriche (situazione visibile ancor oggi), mentre nei muri più interni della antica cella furono aperti 8 archi per lato, in modo da realizzare un edificio a tre navate ciascuna conclusa da un'abside sul fondo. Furono anche eliminati i muri che dividevano il vano posteriore ("opistodomo") dalla cella e questa dal pronao. L'orientamento dell'edificio fu inoltre rovesciato e l'attuale facciata del Duomo occupa il retro del tempio.
Le navate laterali vennero munite di soffitto a botte, mentre la navata centrale ebbe un soffitto di legna e di tegole. Con la conquista araba, nell'878 la chiesa fu saccheggiata di tutti i suoi preziosi e trasformata in moschea.
Il re normanno Ruggero I, nel 1093, lo restituì alla Siracusa cristiana e al culto della madre di Dio ripristinando l'arcivescovado affidato al vescovo Ruggero. In epoca normanna i muri della navata centrale furono innalzati e vi si aprirono delle finestre, mentre l'abside fu decorata con mosaici. Tale modifica fu effettuata per sostituire l'antica volta del tempio crollata nel terremoto del 1100; il crollo determinò lo schiacciamento di molti fedeli presenti nel Duomo, poiché solo i preti rimasero illesi dall'evento perché posti vicino all'altare e lontano dal soffitto.
Nuove decorazioni furono opera del vescovo Riccardo Palmer, che rivestì la cattedra (trono) e il coro, mentre delle vetrate venivano opposte alle finestre. Il pavimento policromo risale al XV secolo e nel 1518 la navata centrale fu coperta con il soffitto ligneo tuttora conservato. Nel XVI secolo venne inoltre innalzato il campanile.
Molte testimonianze scritte parlano della facciata normanna, definendola con positivi commenti, ma di essa non vi sono state tramandate immagini. Un viaggiatore francese, Alberto Jouvin, nel 1672 così descrisse il Duomo siracusano di epoca normanna:
« Vedemmo, nella piazza grande, la chiesa vescovile di S.Lucia ornata da un'alta torre quadrata e un'iscrizione induceva a dedurre che un tempo fu il tempio di Minerva.»
La torre quadrata descritta da Jouvin era il campanile del Duomo, così descritto in una relazione di vescovi (27 febbraio 1963):
« Campanile d'altissima fabbrica elevato da quattro colonne. »
Questo campanile era visibile in alcune antiche stampe di Ortigia, poi scomparso in quelle ottocentesche. Il campanile venne danneggiato dal terremoto del 1542, in seguito fu totalmente distrutto, insieme alla facciata normanna, dal terremoto del 1693. Nella ricostruzione successiva all'evento sismico, il campanile non fu più ricostruito mentre la facciata invece venne rielaborata in maniera diversa. Il vescovo Tommaso Marini lanciò un bando di concorso per la realizzazione della nuova facciata al quale parteciparono i migliori architetti della Sicilia. Alla fine il concorso fu vinto dal trapanese Andrea Palma, allievo dell'architetto Giacomo Amato. I lavori iniziarono nel 1728 e terminarono nel 1753.
Fonte: http://it.wikipedia....Inserito da Alfredo Petralia
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