La storia dell'origine della Chiesa della Madonna del Carmine di Giarre sta scritta in una deliberazione del Consiglio Comunale del 1862: «Il Sig. Sindaco ha fatto dar lettura d'una supplica di mastro Salvatore Russo abitante nel quartiero del Ponte colla quale facendo conoscere la necessità, ed utilità di costruirsi una chiesetta nel detto quartiero, oggi bastantemente popolato e molto distante dalla madrice Chiesa, si sono mossi vari pietosi individui abitanti nello stesso quartiero a contribuire denaro, mano d'opera, materiale, ed altro secondo la rispettiva possibilità per riuscire nella costruzione della chiesetta, e mettersi sotto la protezione di Maria Santissima del Carmine portando il di lei titolo».
Quella parte poi della storia che non sempre trova posto negli atti ufficiali ma che viene rilevata dalle tradizioni, dai comportamenti dell'epoca, dalla cultura della società, dagli interessi costituiti, questa parte, che è essenziale nella cosiddetta «scienza degli uomini nel tempo», è lasciata alla capacità creativa di chi sa leggere nei documenti e ricostruire i momenti dell'itinerario dell'uomo sulla terra.
Il luogo dove oggi sorge la chiesa del Carmine veniva chiamato «quartiere Ponte» per la circostanza che la strada rettilinea, che da Giarre-centro conduce a Riposto (attuale corso Italia) - aperta sulla fine del 1700 - all'altezza della Chiesa del Carmine, era interrotta dal torrente e, un piccolo ponte, assicurava il passaggio ai pedoni da una parte all'altra.
La costruzione di una Chiesa trovava certo giustificazione immediata nel sentimento religioso ma era anche, in quell'epoca, un modo non indifferente di amministrare potere.
I cappellani intatti venivano scelti dai Decurioni e stipendiati con fondi comunali.
Quando poi la Chiesa veniva costruita da un privato facoltoso, questi, in genere, mirava ad ottenere il diritto di patronato che gli consentiva la scelta del cappellano.
Nella costruzione della Chiesa della Madonna del Carmine si intrecciano interessi diversi.
Non mancò il facoltoso possidente che facesse di tutto per ottenere il diritto di patronato don Rosario Grasso, detto «panza dannata»; come non mancarono intrighi e contese che coinvolsero - come denunzia al Vescovo l'Arciprete Fiamingo - «alcuni rivoltosi preti di questa comune che hanno alienato il povero uomo (Grasso) dalla sua affezione dalla Chiesa in costruzione».
I preti «rivoltosi» di cui dice l'arciprete Fiamingo forse aspiravano alla nomina a cappellani della chiesa in costruzione e, per scoraggiare l'azione dell'Arciprete Fiamingo - tenace oppositore della concessione del diritto di patronato al «panza dannata» - inducono il Grasso a non continuare a versare i dieci ducati annui che destinava per la costruzione.
L'8 dicembre dell'anno 1857 la Chiesa intanto, dedicata a Maria Santissima del Carmelo, voluta da don Rosario Grasso, sovvenzionata anche dal popolo e dal Comune, che verserà 150 onze per l'acquisto di ulteriore terreno, viene benedetta e dotata di un cappellano per la celebrazione della messa domenicale e l'insegnamento della dottrina cristiana ai fanciulli.
Fonte: http://www.comune.gi...Inserito da Alfredo Petralia
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