Del Castello, nel 1673, non rimanevano che i muri esterni. Fu allora che il Sac.Picciotta ne chiese a D.Francesco Morra, Principe di Buccheri, la cessione per costruirci il Santuario della Madonna della Neve e questi, in una lettera del 9 luglio costituiva Mons.Impellizzeri, Prelato Ordinario dal 1670 al 1701, <
> con facoltà di disporre dell'immobile, in attesa di ratificare il contratto.
Con il generoso concorso dei fedeli, il Santuario sorse ben presto e il 3 Luglio 1674 veniva aperto al culto.
Il Picciotta attribuiva la scelta del sito ad una ispirazione della Madonna, quasi che essa , dal lontano eremo in contrada S.Giuseppe, .
Santuario
Il sacro edificio occupa il lato orientale del Castello e architettonicamente non presenta nulla di notevole.
All'interno dell'edificio sacro, in una grande composizione in legno di un pesante barocco settecentesco, statue di S.Lucia e S.Biagio con al centro la bellissima statua marmorea della Madonna della Neve, che Antonello Gagini s'era impegnato di eseguire per la Pasqua del 1527, ma che di fatto consegnò il 7-6-1529.
Il Di Marzio, cui si deve la pubblicazione del contratto stipulato dai <> osserva che è Simulacro bellissimo per somma pietà di espressione, per soave posa, per magistero stupendo ... e viene tra i migliori usciti da quel sovrano scalpello. Il celebre archeologo Di Giovanni, la giudica stupenda, bellissima tra le Madonne che si conoscono del rinomato artista. Il Cucinotta, mette in rilievo l'aria grave di sovrana, mitigata dall'ineffabile dolcezza e dal profilo soave, l'atto confidenziale di un intimo colloquio col Bambino ... che par ragioni mentre stringe un uccelletto nella tenue manina ...
Portone del Castello Il vano retrostante, posto in luce dai restauri del 1930, costituisce l'unico avanzo dell'interno del Castello. Destinato probabilmente a Cappella nel 1322, nello spessore del muro (cm. 175) venne allora ricavato una nicchia a sesto acuto con piedritti di pomice nera, per collocarvi l'altare.
L'ampia feritoia che sovrasta l'arco fino a rasentare la volta reale, l'occhio di bue della parete opposta e la finestra sul lato sinistro, murata per l'aspetto dell'altare maggiore, illuminavano il suggestivo ambiente.