Posta in via Dei Miracoli dove un tempo sorgeva l'antica chiesa di S. Giorgio, fu il vescovo Gabriele Dalmazio a darle l'attuale nome in ricordo del miracolo compiuto da un'immagine della Madonna, di far cessare l'epidemia di peste del 1500. Di questa antica immagine, che pare si trovasse dipinta in una parete, non rimane traccia e, al suo posto viene considerata tale una scultura a mezzo busto della Madonna col Bambino, opera di un ignoto del Quattrocento, posta sull'altare maggiore. La chiesa subì gravi danni dal terremoto del 1693, ma fu ricostruita l'anno seguente. Elemento di pregio, l'elegante portale di marmo di stile rinascimentale fiancheggiato da semicolonne scanalate, forse della scuola del Gagini, che reca incisi sull'architrave finemente lavorato, la data di costruzione, gli stemmi del vescovo Dalmazio, della città di Siracusa e un'immagine di S. Lucia. Di particolare interesse la lunetta in cui si trova un gruppo scultoreo della Madonna col Bambino tra S. Rocco e S. Sebastiano. All'interno degli stipiti di marmo sono scolpiti rilievi floreali, mentre sulla soglia si notano due piccoli leoni accovacciati. Bella ed elegante l'edicola che fiancheggia il portale sul lato sinistro, di stile catalano, ha forma pentagonale e accoglie una riproduzione della Madonna col Bambino di Giovanni della Robia. La delimita una cornice a tralci alla cui base s'intravedono, perché molto degradati, due angeli con le ali spiegate. Le varie trasformazioni e sovrapposizioni, dovute anche alla costruzione delle fortificazioni hanno mutato il piano della strada per cui il portale marmoreo è stato abbassato, come dimostrano alcuni blocchi di marmo non lavorato inseriti, e la scalinata interna d'accesso alla chiesa. L'interno è ad una navata ed ha come elemento caratterizzante l'arco che delimita l'abside, decorato con figure zoomorfiche, cosa alquanto inconsueta per il periodo aragonese. Nella chiesa si conserva la statua lignea di S. Lucia che veniva portata in processione prima che si costruisse il simulacro d'argento che ora ammiriamo.
Nei Capitoli relativi ai Consolati delle Corporazioni d'arte e mestieri del 1700 a Siracusa (Notaio Luciano Cutrona, voi. n. 10833 anni 1705-1706. Archivio di Stato di Siracusa), si legge che all'interno della chiesa di S. Maria dei Miracoli si trovava la cappella dei Santi Crispino e Crispiniano, protettori dei "curvisieri e cunzaturi" (calzolai e lavoratori della pelle). Il documento redatto in volgare, elenca gli obblighi dei suddetti artigiani verso la cappella e i benefici da ottenere in caso di bisogno.
Fonte: http://www.galleriar...Inserito da Alfredo Petralia
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