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Monumentale, Storico

Il Teatro Regina Margherita, costruito nell'arco di dieci anni, tra il 1870 e il, 1880, testimonia la presenza a Racalmuto di una borghesia, culturalmente sensibile, che si era arricchita con lo sfruttamento delle miniere, conquistando rispettabilità e potere. L'amministrazione comunale, sindaco Gaspare Matrona ne deliberò la realizzazione il 19 dicembre 1870, stanziando la somma di 100 mila lire e affidando il progetto all'ingegnere Dionisio Sciascia, allievo della scuola di Filippo Basile, ideatore del teatro Massimo di Palermo, progettato negli stessi anni. Per la realizzazione dell'opera fu destinata l'area del giardino del Monastero di Santa Chiara del 1605, che a seguito esproprio, era stato adibito ad usi pubblici. La durata dei lavori di costruzione, inizialmente stabilita in due anni, si protrasse, invece per un decennio. Il teatro fu inaugurato il 9 novembre 1880 con "Il Rigoletto" della compagnia di Innocenti, alla presenza dell'allora Ministro dei Lavori Pubblici Francesco Paolo Perez. Dopo lo spettacolo venne offerta una cena con lo splendido servizio di ceramica del Comune, (oggi all'interno del teatro è stata allestita una esposizione dei pezzi del servizio). Seguì poi una veglia con ballo al palazzo di città. Fino al 1930, le stagioni teatrali prevedevano opere, operette, prose e il teatro aveva ospitato grandi compagnie drammatiche e tanti attori, come Andrea Maggi, che avevano lasciato le loro firme alle pareti dei camerini. Poi progressivamente, gli spettacoli teatrali lasciarono il posto alle proiezioni cinematografiche: la trasformazione in cinema con la gestione dei locali a privati segna il degrado fino alla chiusura definitiva del 1964. Chiuso e abbandonato per un ventennio, il teatro diventò inagibile fin quando Leonardo Sciascia, che aveva assistito alle prime rappresentazioni ed era stato regista di una compagnia di dilettanti che mise in scena "I nostri sogni" di Ugo Betti", agli inizi degli anni Ottanta presentò al teatro la ristampa del libro "Racalmuto memorie e tradizioni" di Nicolò Tinebra Martorana si adoperò per il recupero sia della struttura che del sipario ormai semidistrutto. Affidata all'architetto veneziano Antonio Foscari, l'opera di recupero, tra varie vicissitudini e lungaggini burocratiche, è durata quasi vent'anni prima che il Teatro potesse riaprire i battenti nel 2003, dopo quarant'anni di chiusura. Con la riapertura, viene affidata la direzione artistica allo scrittore Andrea Camilleri assieme al regista Giuseppe Di Pasquale. Del Massimo ricalca, in piccolo, la struttura e le linee, nell'armonia del classico teatro all'italiana, tanto da essere definito il "Massimo in miniatura". La facciata esterna del teatro comunale, prospiciente la Via V. Emanuele, è imponente e sobria nel contempo per le sue linee classicheggianti. Un cornicione che si aggetta per l'intera lunghezza del prospetto separa il pianterreno da quello nobile dove si aprono tre ampie finestre palladiane ad arco con aggetti in cotto distanziati simmetricamente tra di loro. Il prospetto termina con un frontone triangolare. All'interno ha 250 posti, due file di palchi, un loggione a ferro di cavallo, un ampio palcoscenico e fossa mistica, i palchi d'onore che si aprono direttamente sul palcoscenico, quattro bianche colonne scanalate di ordine corinzio con plastica trabeazione e fregio, un'ottima acustica. Con la convenzione stipulata il 30 dicembre 1877 viene affidata al pittore palermitano Giuseppe Carta la commissione di dipingere il sipario al prezzo di £ 3.000 e il pannone di bocca d'opera per il prezzo di £ 300. Il sipario, rettangolare di ben 108 mq, raffigura una scena della rivolta dei "Vespri Siciliani"scoppiata a Palermo contro i Francesi il lunedì di pasqua del 31 marzo 1282. Il dipinto mostra con estremo realismo l'inizio della insurrezione dei palermitani contro l'oppressione dei francesi: uno dei popolani, che ha subito l'affronto da un soldato che aveva recato offesa all'onore della propria donna, dopo avergli sfilato la spada, con la stessa lo colpisce alla gola; le donne lasciano trasparire nei gesti e nei sguardi il loro spavento mentre gli uomini lanciano pietre contro i soldati; alla sinistra si scorgono l'abside della Chiesa di Santo Spirito e il Monte Pellegrino. Una particolarità del sipario è la rappresentazione con lo stesso volto di tutti i soldati
francesi raffigurati. L'idea di raffigurare nel sipario i "Vespri Siciliani" era stata dell'ing. Dionisio Sciascia: negli anni dopo l'unità d'Italia, quell'episodio storico racchiudeva la volontà dei siciliani di partecipare alla storia nazionale non come annessi ma con un passato di indipendenza, di autonomia, di orgoglio. Il sipario, spedito da Palermo, venne prelevato alla stazione di Caldare e si rese necessario "combinare due carri uniti assieme: uno avanti con il cavallo, l'altro dietro con le aste legate al primo, per così tutti e due uniti avere la lunghezza idonea a portare l'involucro di circa dieci metri" Giuseppe Carta dipinse anche la grande "medaglia" di m. 9 ossia la volta del teatro in cui campeggia il carro dell'aurora, attorno a cui stanno i dodici mesi dell'anno mentre Giuseppe Cavallaro, pure di Palermo, dipinse i dodici scenari. Il Teatro Regina Margherita è stato visitato, nell'ultimo decennio, da eminenti autorità politiche che gli hanno reso omaggio. L'11 febbraio del 2003 il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha battezzato il teatro tra gli applausi e l'entusiasmo della gente. Il sindaco Gigi Restivo ha consegnato a Ciampi due omaggi tra cui un piatto di ceramica dell'ottocento con lo stemma del Comune. Il 24 maggio 2009 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha visitato il Teatro comunale. Al fine di soddisfare il fabbisogno di sicurezza e legalità presente sul territorio, in occasione della visita da parte del Ministro degli Interni Cancellieri e del Ministro dei Beni Culturali Ornaghi, in data 24/07/2012 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa con il Comune di Racalmuto che prevede il finanziamento di quattro progetti per un importo complessivo di %u20AC 1.200.000 tra cui quello relativo alla valorizzazione e ampliamento della capacità ricettiva del teatro comunale "Regina Margherita";
Fonte: http://www.comune.ra...Inserito da Alfredo Petralia   
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