Tra gli arredi sacri di ambito trapanese ascrivibili al secondo Settecento va segnalato un significativo nucleo di opere realizzate in legno laccato, con predominanza di soggetti floreali e paesaggistici, segno tangibile della penetrazione in Sicilia di modelli e tecniche esecutive di origine veneziana e genovese. In questo ambito notevole interesse riveste l'Armadio di sacrestia, conservato presso il santuario di Maria SS. della Misericordia a Valderice. L'opera, in legno di noce, tiglio e cipresso, fu eseguita, verosimilmente da maestranze locali, tra il settimo e l'ottavo decennio del XVIII secolo, lasso di tempo in cui la chiesa subì una serie di rifacimenti a spese del beneficiale Abate D. Francesco Stacca. Il manufatto si compone di un corpo inferiore più sporgente, costituito da un cassettone, e di un corpo superiore costituito da uno stipo a due sportelli, sostenuto da montanti con mensole a voluta e coronato da balaustrata con pilastrini. La sinuosità delle forme tipica del Rococò si ripropone nella consueta alternanza di concavità e convessità delle superfici e nella ricca ornamentazione plastica costituita dalle volute con ornato vegetale che impreziosiscono i montanti e le paraste dell'ordine superiore, un tempo arricchite da eleganti vasetti. La peculiarità del mobile è costituita tuttavia dalla ricca decorazione pittorica realizzata a tempera che si dispiega sulle superfici, ove predominano le tonalità tenui dell'azzurro pastello, appena spezzate dall'accesa cromia del rosso del vaso ricolmo di fiori sui due sportelli centrali. Di delicata fattura le rappresentazioni paesaggistiche entro ovali che ornano il corpo superiore ed i frontali dei cassetti centrali, realizzate con tocchi quasi impressionistici di colore ed evidenti riferimenti al paesaggio locale, dalla campagna dell'agro ericino, al mare solcato da vele, alle torri dell'antica Monte San Giuliano. Un certo gusto per la chinoiserie traspare da alcuni particolari pittorici quali la palma visibile nel riquadro a sinistra, ripresa in basso in uno dei cassetti centrali, segno tangibile della penetrazione anche nelle aree periferiche dell'Isola di quella moda orientaleggiante di cui sono inequivocabile testimonianza, oltre alla celebre Palazzina alla cinese del capoluogo siciliano, anche le decorazioni di numerosi ambienti di dimore nobiliari, da Palazzo Valguarnera-Gangi e Villa Airoldi a Palermo a Palazzo Biscari a Catania.
Daniela Scandariato
Fonte: LinkInserito da Alfredo Petralia