Quasi all'inizio del quartiere della Giudecca, fronteggiata da due obelischi piramidali, in uno slargo si erge, delimitata da due vicoli, la chiesa di S. Filippo apostolo. Il luogo è di particolare importanza per la stratificazione di testimonianze strutturali riconducibili all'uso delle cave per l'estrazione di materiali edilizi, ad ipogei di epoca paleocristiana, fino all'adattamento di queste cavità, da parte degli Ebrei, a bagni per la purificazione delle donne, poiché su di essa avevano costruito la loro sinagoga, frequentata sino all'anno in cui Ferdinando il Cattolico cacciò gli Ebrei dal suo regno e dalla Sicilia, ad eccezione di quelli convertiti alla religione cattolica. È in questo periodo che la Confraternita di S. Filippo dovette occupare il luogo e iniziare la costruzione della prima chiesa di cui il terremoto del 1693 ha fatto scomparire ogni traccia. Approfittando della ricostruzione furono sistemati i locali sotterranei che divennero ossario e quindi cripta per il seppellimento delle famiglie più importanti della confraternita. La costruzione terminò nel 1472, come rivela la data incisa nella facciata. Di questa bisogna dire che rispetto a quelle delle altre chiese coeve risulta poco pregevole per la scadente qualità delle decorazioni e la scarsa eleganza dei volumi architettonici. La particolarità della chiesa consiste nella posizione centrale della cupola diversamente dalle altre chiese di Ortigia in cui si trova tra il transetto e la navata principale. Nel 1867, per la chiusura della chiesa di S. Agostino, in S. Filippo fu ospitato il priore di quella chiesa che innalzò un altare provvisorio per la statua dell'Addolorata che si venerava nella sua chiesa assieme a quella del Cristo risorto che si adoperava nella processione di Pasqua. Ma poiché il priore tardava la costruzione della cappella definitiva, i Confrati Filippini ottennero dal Governo della città il permesso di provvedervi nel 1881 adoperando i materiali dell'altare e della cappella esistenti in S. Agostino. Sempre in S. Filippo il 23 marzo 1867 ebbe inizio la esposizione delle Quarant'ore. I bombardamenti del 1945 danneggiarono la chiesa che venne restaurata, ma dal 1961 si sono verificati vari problemi statici per cui è stata chiusa al culto e, per evitare crolli, nel 1986 la Soprintendenza ha fatto demolire la pesante cupola con l'intento di ricostruirla con materiali più leggeri. Nel 1968 la cappella dell'Addolorata è stata trasferita a S. Giuseppe.
Fonte: http://www.galleriar...Inserito da Alfredo Petralia
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