Nella piazza di San Nicolò da Bari (per tutti San Nicola) si eleva dall'alto di una colonna quadrangolare la statua denominata "Randazzo Vecchio". La sua storia è stata narrata dal Pitrè, nel suo libro intitolato : "Leggende popolari siciliane". Egli (il Pitrè) scrive così:
"Randazzo vecchio era un uomo forte. Siccome egli non voleva credere alla parole di Gesù Cristo, il Signore mandò a lui un leone perchè lo mordesse. ma Randazzo Vecchio non ebbe paura del Leone, lo fece accostare e se lo tenne tra le gambe. Il Signore vedendo ciò, gli mandò un grosso serpente, ma nemmeno di questo Randazzo ebbe paura; e lo tenne presso il leone. Allora il Signore gli mandò un'aquila che gli si posò sulle spalle e prese a rodergli il cervello. Stavolta però Randazzo Vecchio credette a Gesù Cristo ed alzò la mano ad indicare la chiesa, per far capire che solo chi crede in essa può essere salvo. "
L'attuale Randazzo Vecchio non è l'antica originaria statua, i cui resti si trovano murati sulla parete settentrionale della chiesa di S.Nicola, ma una copia del sec. XVIII. La vecchia statua fu eretta sotto il governo di Guglielmo il "Buono" tra il 1166-1189. La statua come la vediamo oggi, ritrae un uomo maturo nudo, stante sulla gamba sinistra, mentre la destra è leggermente flessa con il piede poggiato sulla zampa anteriore sinistra di un leone con la coda piegata lungo il dorso. Il viso è contornato da una folta capigliatura riccioluta e da una folta barba e baffi anch'essi riccioluti e con la bocca socchiusa e lo sguardo fisso. Un'aquila con gli artigli posati sulle spalle poggia il suo rostro sulla testa dell'uomo .Il braccio destro è mancante (si pensa che esso originariamente formasse un'angolo di 90° con il resto del corpo, quasi ad indicare qualcosa), mentre il braccio sinistro è disteso lungo il corpo con la mano (a cui manca il dito indice) quasi chiusa.
Intorno alle gambe,si attorcigliano due serpenti: uno si avvolge intorno alla gamba destra fino all'altezza dell'ombelico, mentre l'altro si avvolge intorno alla gamba sinistra e striscia sino al cuore. Al momento della sostituzione della statua,l'abate Rotelli, fece incidere nei quattro lati del basamento della statua su una lastra di marmo,quattro antiche iscrizioni in latino consunte. Tratte da un manoscritto di Francesco Colonna,le opinioni più plausibili sulla storia di Randazzo furono tre: la prima identifica Randazzo con l'antica città di Tissa, ricordata tra l'altro da vari autori greci e latini, tra cui ricordiamo: Cicerone (106-43 a.c.), Plinio il Vecchio (23-79) e Tolomeo (100-175); la seconda identifica Randazzo come l'antica città di Trioclao Triocola; mentre la terza (quella più plausibile) identifica la città progenitrice di Randazzo con Trinacia o Tiracia. Per quanto concerne invece l'identificazione del personaggio effigiato, si pensa che esso sia il ciclope Piracmone, uno dei tre ministri del dio Efesto, ritenuto fondatore della città. Questa versione si basa su un verso dell'Eneide, in cui Virgilio sottolinea che: <>. Altri studiosi identificano il personaggio effigiato con Ducezio, re dei Siculi, uomo molto carismatico che si oppose e fronteggiò la supremazia delle colonie greche siceliste. Altri studiosi ancora identificano Randazzo Vecchio come l'unione delle tre etnie della città: Lombardi, Greci e Latini. Inoltre si pensa che i tre animali raffigurati con la statua rappresentino gli emblemi delle città riunite in Triocla: l'aquila quale simbolo di Trinocia, per il valore e il coraggio dimostrato dai suoi cittadini, contro i colonizzatori greci; il leone simboleggia l'Alesa Mediterranea (altra città) per la forza della sua gente; mentre i serpenti sottintendono Triocla per la prudenza dei due vescovi, quello triocalino e quello alesino riuniti nella nuova città. Altri studiosi interpretano l'aquila come conoscenza suprema, i serpenti identificati come una doppia elica, gli attribuiscono il significato di procreazione, mentre nella sottomissione del leone ci vedono il dominio sulla forza.
Fonte: randazzosegreta.mybl...Inserito da sicilianodoc
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