La processione è predisposta dalla Confraternita dell'Addolorata costituita il 20 luglio 1834. Nella sera del venerdì santo, il Crocifisso e l' Addolorata soffusamente illuminati da candele dentro a bocce di vetro, distribuite a raggiera, ritornano a rinverdire il loro calvario atemporale per le vie cittadine. Madre e Figlio, procedono nella solennità del loro dramma umano, non più derisi, ma accompagnati dalla commozione della folla e dalla curiosità dei turisti. Alterne voci si susseguono nelle lodi a Cristo: al grido " sa larato lu Santissimu Crucifissu" fa eco " sa larato sempre sia"; mentre per le lodi a Maria, al grido "e chiamammula chi ni iuta sempri e viva, Viva a Maronna Addulurata", fa eco "a dispietturi lu 'nfiernu,Viva Maria sempri in eternu".
L'incontro avviene a Piazza San Giorgio, dove la Madre si ricongiunge con il Figlio e, finalmente l'uno di fronte all'altra intessano un mistico colloquio. Per l'occasione il Crocifisso e l'Addolorata hanno una scorta di ragazzi e ragazze nel ruolo di un eccezionale valore allegorico. Essi sono:
1) San Giovanni Battista che rievoca il battesimo di Gesù nel fiume Giordano;
2) gli Angeli che hanno confortato Gesù nell'Orto degli Ulivi;
3) le tre donne (Maria, Marta e Maddalena) che hanno seguito Gesù sino al Golgota;
4) la Veronica che simboleggia la donna che asciugò il volto di Gesù durante la salita al Calvario;
5) i Nicodemi ossia i rappresentanti del Sinedrio, vestiti con abiti di seta e velluto , con un copricapo di piume, che portano sulla spalla una scaletta di legno che rappresenta quella di cui si sono giovati Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea per deporre Cristo dalla Croce.
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