Il complesso acquedotto era a pelo libero (ossia scoperto) e prevedeva soluzioni miste per mantenere costante la pendenza dell'acqua, con canali a raso, su muraglione, su arcate, a mezzo-costa. Di quando in quando erano presenti i castelli dell'acqua che accumulavano il prezioso elemento per aumentarne la pressione, in vista di una risalita o per una deviazione atta ad alimentare un altro ramo.
All'interno e nelle immediate vicinanze del Parco Urbano Giuseppe Gioeni si conserva forse il più lungo tratto dell'acquedotto, preservato dalla presenza del Parco, che qui alimentava alcuni mulini, convertiti in residenze. Uno di questi mulini, trovandosi dentro il Parco, è visitabile; gli altri due, con annesso ponte-acquedotto su arcata, sono all'interno di proprietà private, pertinenti alle due magnifiche ville progettate da Francesco Fichera: Villa Jole (Casa Musco) e la Casa sulla Lava (Villa Messina). Il tratto di acquedotto all'interno del Parco è ora a raso (dove alimentava una saja), ora a mezza costa, ora su arcata. Quest'ultima rappresenta una delle maggiori attrazioni del Parco Urbano.
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