Età repubblicana e imperiale
Dopo la conquista romana Siracusa non riuscì più a riprendere la potenza di un tempo; Roma era in piena ascesa, e conquistò l'intera Sicilia. La città venne nominata Capitale della Provincia Siciliana, fu sede dei Pretori romani inviati ad amministrare la Sicilia. Stette in città per un anno il generale romano Publio Cornelio Scipione, meglio conosciuto come Scipione l'Africano, il quale da Siracusa preparò l'esercito romano che poi sconfisse il cartaginese Annibale, decretando per Roma la vittoria della Seconda Guerra Punica. Famose sono in quel periodo le ruberie che fece il pretore Gaio Licinio Verre, il quale rubò le opere d'arte siracusane in nome del potere che Roma gli aveva dato. Indignato Marco Tullio Cicerone, avvocato e politico romano, venne mandato in Sicilia dal senato romano per testimoniare contro i furti di Verre. Durante la sua permanenza a Siracusa scoprì la tomba d'Archimede, nascosta tra i cespugli, dimenticata dai siracusani che, con il passare dei secoli e la precaria situazione socio-politica nella quale vivevano, avevano persino dimenticato il posto in cui giaceva il loro più illustre figlio. Cicerone si adirò molto per questo motivo con la popolazione locale. L'epoca romana come è noto ridimensionò vistosamente la città, ma tuttavia vennero costruite altre opere di notevole importanza come l'Anfiteatro romano, tra i più grandi d'Italia, usato per le lotte dei gladiatori e gli spettacoli circensi, e le battaglie navali (naumachia); il Ginnasio romano e l'intricata rete di catacombe (la più importante ed estesa dopo quella di Roma).
L'avvento del cristianesimo
È storicamente accertato che Siracusa fu la prima città della Sicilia ad accogliere, intorno al 58 d.C., la predicazione evangelica di Paolo di Tarso durante la sosta di tre giorni nel porto della città della nave alessandrina che da Malta lo trasportava verso Roma dove avrebbe atteso il giudizio della corte imperiale. Secondo una tradizione posteriore è anche quella in cui fu presto fondata una comunità cristiana; è possibile in tal senso vederne la conferma all'interno del Duomo di Siracusa nella scritta in latino:"Ecclesia Syracusana Prima Divi Petri Filia Et Prima Post Antiochenam Christo Dicata", che tradotta significa "La chiesa di Siracusa è la prima figlia di San Pietro e la seconda dopo la chiesa di Antiochia, dedicata a Cristo". Siracusa conobbe anche l'opera di Marciano, secondo la tradizione suo primo vescovo e martire, in seguito proclamato santo dalla Chiesa Cattolica. La Chiesa cattolica siracusana vanta origine apostoliche secondo un documento scritto in greco, conservato in Vaticano "L'encomio per il nostro Padre Marciano vescovo di Siracusa" redatto tra la fine del VII secolo e i primi dell'VIII secolo. In esso tuttavia sembra che il redattore abbia mescolato informazioni circa due vescovi omonimi; il primo inviato da Antiochia intorno al 40 d.C. circa martirizzato ad opera di giudei e uno che visse nel III secolo martirizzato sotto Valeriano Su un'antica area cimiteriale cristianizzata in tarda epoca imperiale romana venne costruita la chiesa di San Giovanni alle catacombe considerata la prima cattedrale cristiana della città.
Con la diffusione del cristianesimo a Siracusa avvennero anche le persecuzioni e la città ebbe presto i suoi martiri; nel 304, in seguito all'editto dell'imperatore romano Diocleziano Lucia, una giovane siracusana venne messa a morte. Diventerà in seguito Santa Lucia, una della sante più amate dal mondo cristiano-cattolico e patrona della città. Con Costantino I, il cui editto di Milano del 313 mise fine alle persecuzioni anche la comunità siracusana conobbe pace e prosperità.
La Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea fornisce la testimonianza di una importante presenza dei cristiani a Siracusa; conserva infatti la lettera di convocazione dell'imperatore Costantino al vescovo della città Cresto per il concilio di Arles del 314. È il primo nome di un vescovo della città riportato da un documento storicamente certo. Paolo Orsi scoperse i nomi dei vescovi Cerapione e Siracusio, del IV secolo, seppelliti nelle catacombe di S. Giovanni. Un ignoto vescovo siracusano partecipò al concilio di Sardica nel 343 - 344.
La caduta dell'Impero romano d'Occidente ebbe come conseguenza pochi anni dopo l'invasione e il dominio dei Vandali.
Prova della presenza cristiana sono le numerose testimonianze epigrafiche, archeologiche e pittoriche delle catacombe di cui Siracusa è ricca, seconda solo a Roma. Il vescovo siracusano Eulalio partecipò ai sinodi romani del 501 e 503 firmandone gli atti dopo il papa Simmaco e i vescovi di Milano e Ravenna. Alla fine del VI secolo, papa Gregorio I (590 - 604) scrisse numerose lettere ai vescovi siracusani Massimiano e Giovanni; si interessò degli antichi monasteri di S. Nicolò, S. Pietro ad Bajas e S. Lucia.
Fonte: http://it.wikipedia....Inserito da Alfredo Petralia
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