Posta nella piazzetta dei Cavalieri di Malta, risale al 1500 come dimostrano le parti riportate in luce col recente restauro del 1985. La sua origine è legata alla venuta dei Cavalieri Gerosolimitani a Siracusa dopo la sconfitta di Rodi per opera dei Turchi. Prima della costruzione di questa loro chiesa, i Cavalieri si servirono di S. Sebastianello, come dimostrava lo stemma posto sulla facciata della chiesetta non più esistente. Si ignorano i nomi del progettista e dell'esecutore di S.Leonardo, notizie sicure si hanno invece della ricostruzione avvenuta dopo il terremoto del 1693 e precisamente nel 1768, come si legge nella lapide che reca le notizie delle trasformazioni che modificarono completamente la facciata e l'assetto interno coprendo con stucchi e gesso le navate e il soffitto. Promotore del restauro fu il Cavaliere di Malta fra Diego Gargallo, progettista Carmelo Bonaiuto, mentre parte attiva dei lavori furono: Luciano, Gaspare, Gaetano e Saverio Ali. Dopo l'unità d'Italia la chiesa divenne proprietà demaniale e fu ceduta alla Società operaia Archimede che la utilizzò come scuola serale. Nel 1878 la campana fu comprata dal parroco di S. Martino al prezzo di L. 329 e collocata sul campanile di quella chiesa. Successivamente l'edificio fu comprato dalla Società operaia e da privati che la trasformarono in segheria. Fu questa impropria destinazione ad accelerarne il degrado e provocare gravi danni soprattutto alle aggiunte settecentesche interne che, durante l'ultimo restauro sono crollate mettendo però in luce gli archi, la cornice che attraversa tutta la navata e soprattutto le otto capriate originali del tetto che poggiano su sostegni recanti incisa la croce ad otto punte dell'Ordine del Santo Sepolcro. La facciata è armoniosamente convessa ed ha il portale decorato con modanature ed elementi floreali nella chiave e nelle due decorazioni laterali. La grande finestra elegantemente incorniciata sovrasta il portale completando l'aspetto barocco della costruzione. Sarebbe auspicabile che nella chiesa si sistemasse la lapide del 1768 a cui si è accennato (e che si trova nei magazzini del Museo Bellomo a completamento del restauro fatto eseguire dal Comune, attuale proprietario dell'immobile che viene ora adibito a spazio espositivo.
Fonte: http://www.galleriar...Inserito da Alfredo Petralia
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