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Sant'Alfio, ( Catania ): La notte del 2 al 3 di novembre dell'anno 1928 si apre una bocca eruttiva a nord del rifugio Citelli, a quota 1850 circa; la lava che fuoriesce da essa, molto fluida e veloce, si incanala quasi subito nel torrente dei Magazzeni che attraversa da nord-est il paese di S.Alfio.
La colata lavica che minaccia il paese mette in allarme la gente. Coloro che hanno in pericolo immediato la proprietà accorrono subito a salvare il salvabile. Nel contempo, una gran folla accorre in Chiesa invocando l'aiuto di Dio e tre Santi patroni: Alfio, Filadelfo e Cirino. Viene esposto il SS. Sacramento. Mons. Nicotra, dalle balaustre della chiesa, parla ai fedeli dicendo, tra le parole di preghiera e conforto: "Ero venuto nel mio paese per chiudervi in pace i miei giorni; Signore, vi prego, prendetevi me ma lasciate il mio paese; non fate che io abbia ad assistere alla sua distruzione!" Subito dopo, malgrado le proibitive condizioni atmosferiche, parte una nutrita processione verso Magazzeni con le Sacre Reliquie recitando il rosario e le litanie dei Santi. La processione è guidata dai Sacerdoti: D. Venerando Coco, D. Giuseppe Caltabiano, D. Francesco Pelluzza; proprio quest'ultimo porta le reliquie dei Santi. Quando la processione giunge in contrada Finaita incomincia a sentirsi un cupo rumore mentre la terra trema. Una folla di curiosi che è andata a vedere lo scorrere della lava impaurita ritorna indietro dicendo loro: "dove andate, tornate indietro si sta aprendo un'altra bocca!" Ma le persone che sono in processione, tra le preghiere e le lacrime, rispondono sempre più forte: "Abbiamo con noi i tre Santi e non abbiamo paura!" Si giunge così a Magazzeni, subito appare dinanzi a loro nel torrente, tra la foschia della nebbia e il lento piovigginare, la rossa corrente di lava che si avanza impietosa e minacciosa. I fedeli inginocchiati sul terreno bagnato gridano con cuore straziato: "Viva S.Alfio!" La lava fa qualche passo ancora e poi, dopo un rumoroso boato che fa tremare tutta la terra dintorno, si arresta. La notte successiva, nella Cerrita, a quota 1300 circa, si apre un'altra bocca eruttiva che, il 6 novembre, porta alla distruzione della già esistente Mascali.
Nella ricorrenza del trentennio sul fronte estremo della lava che si è fermata è stata eretta una chiesetta. Santuario a perenne ricordo e il 3 di novembre di ogni anno la gente vi si reca in devoto e religioso pellegrinaggio.
Racconti di tradizione popolare aggiungono, che quella notte, insieme agli abitanti di Sant'Alfio c'erano un gruppo di Mascalesi, che quasi a deridere la speranza dei fedeli di Sant'Alfio, sfilavano con i loro cani verso la colata lavica.
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