All'attuale assetto territoriale il comune di Nizza di Sicilia perviene attraverso una serie di modifiche che subisce nel corso dei secoli, le cui linee essenziali possono essere tracciate dividendo artificiosamente la storia di questo territorio in due periodi: uno antico, poco conosciuto sul quale è possibile fare ad oggi solo supposizioni, ed uno più recente, abbastanza conosciuto e anche più documentato.
PERIODO ANTICO
Tamaricium Palmarum - La sede di questo sito è abbastanza controversa così come incerto è il toponimo. Tamaritio Palmarum o Palma Tamerici o Tamaricium Palmarum, identificata da diversi autori con Phoenix, località in cui secondo Appiano Alessandrino pernottò l'esercito di Pompeo prima della battaglia navale contro Ottaviano nel 36 a.C., viene situata da diversi autori lungo una fascia piuttosto estesa della riviera jonica messinese compresa tra S. Alessio ed Alì Terme, denominata un po' da tutti gli studiosi "costa tamariciana".
Secondo Cluverio, però il sito potrebbe localizzarsi "ad Nisi ostium" quindi alla foce del torrente Fiumedinisi, in base a quanto è riportato negli "Itineraria" di Antonino Pio (III sec. d.C.), che lo posizionano a 20 mila passi da Messina e 15 mila passi da "Per Tauromenion Naxo". Questo territorio fu attraversato dalla strada Consolare Valeria e quindi percorso da viaggiatori almeno fin dai tempi dei romani come tra l'altro testimonia il ritrovamento sulla spiaggia di monete risalenti a quel periodo.
Al Igiasah o Al Iggasah ("il susino" secondo Michele Amari; o "la pera" dall'arabo "I-gasa") dovrebbe essere il nome della odierna Nizza di Sicilia. Michele Amari, nel tradurre il lavoro del geografo arabo Idrisi, identifica questa località con Marina di Fiumedinisi.
Cognomi come Elemicch, denominazioni come quartiere dei Saraceni, che deriva il suo nome dalla Via Saraceni, oggi via Medici e quartiere dei Beduini, situato a ridosso del torrente Fiumedinisi, lasciano supporre che in questa località vivesse un gruppo di Arabi.
PERIODO RECENTE
Marina di Fiumedinisi - il 15 Maggio 1392, re Martino e la regina Maria, concedono il casale e il castello di Fiumedinisi a Tommaso Romano Colonna per aver ridotto alla loro ubbidienza la città di Messina.
Questi, per i servigi resi alla Corona, possiederà anche il territorio che va dal torrente Fiumedinisi a S. Alessio. Egli cedette fin dal 1408 al figlio Filippo la baronia di Fiumedinisi che comprende il territorio tra il torrente omonimo e l'odierno torrente Allume. Il tratto di riviera compreso tra questi due torrenti è la cosiddetta marina di Fiumedinisi
Questa manterrà il nome fino al 1613, anno in cui la vedova di Antonino Romano Colonna, duca di Fiumedinisi sposa Giovanni La Rocca, proprietario di Lumera o Allumera. Con tale matrimonio quella parte della marina di Fiumedinisi che si estende all'odierno castello d' Alcontres al torrente Allume diventa Marina di Roccalumera. La parte invece che va dal castello al torrente Fiumedinisi manterrà ancora per oltre 200 anni la denominazione di Marina di Fiumedinisi.
San Ferdinando - in seguito alla petizione di un centinaio di cittadini delle due Marine, capeggiati da don Emmanuele (sic) Iterdonato, Ferdinando II di Borbone emana il Real Decreto n. 1405 del 18 Dicembre 1849 col quale riunisce le due Marine sotto il nome di San Ferdinando. Il nuovo comune riceverà da Fiumedinisi 241 ettari del terreno boschivo, che assumerà e manterrà il nome di bosco di San Ferdinado.
Nizza di Sicilia - con R.D. 1218 del 12 Maggio 1863, emanato dal re d'Italia Vittorio Emanuele II, San Ferdinando cambia nome e diventa Nizza Sicilia in onore dell' Eroe dei due Mondi Giuseppe Garibaldi, il quale già l'aveva così chiamata nel 1860 in una sua ricevuta rilasciata a una delegazione di sanferdinandesi, che gli aveva consegnato un contributo in denaro per la causa nazionale.
Nel 1929, in seguito al R.D. 655 del 28 Marzo, Nizza diventa frazione di Roccalumera e lo sarà fino al 3 Dicembre 1948, data in cui riacquista la sua autonomia grazie alla Legge Regionale Siciliana n. 42.
Fonte: http://www.comune.ni...Inserito da Alfredo Petralia
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