Nella piazza esagonale dedicata a Carlo Maria Carafa, accolto in alcuni ambienti del Palazzo Comunale di città, il Museo Civico di Grammichele è stato inaugurato nel gennaio del 1996 per esporre reperti, rinvenuti nel corso delle campagne di scavo, condotte dalla Sezione archeologica della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania o recuperati in diverse aree del territorio di Grammichele.I reperti vengono presentati all'interno di vetrine, distinte secondo le aree e i contesti stratigrafici di provenienza; si è cercato di coniugare tale criterio con quello della seriazione cronologica attraverso le fasi culturali:dalla preistoria , fino al momento immediatamente precedente al terremoto del 1693. Questo ideale viaggio ha inizio,dunque,nella seconda sala con i reperti preistorici e protostorici rinvenuti nelle contrade Madonna del Piano e Molino della Badia,dove nel 1898 Orsi scopri una vasta necropoli della tarda età del Bronzo con corredi funerari ricchi di oggetti di metallo.Dalla fase preistorica e protostorica si procede verso l'età greca arcaica e classica,con i reperti provenienti dalla città antica,la probabile Echetla,la cui storia,assieme alla descrizione delle circostanze dei ritrovamenti,è raccontata attraverso l'analisi delle necropoli,del contesto urbano e dell'area sacra. Le aree cimiteriali sono rappresentate da alcuni corredi funerari completi provenienti dalla imponente necropoli di Casa Cantoniera.
I corredi sono costituiti da vasellame di pregio di importazione attica,come le " kylikes"ad occhioni.L'area sacra,che già Paolo Orsi individuò a Poggio dell'Aquila dove rinvenne la grande statua fittile di divinità seduta sul trono,opera probabilmente di artigiani locali databile alla seconda metà del VI secolo a.C.,è rappresentata,in un settore della terza sala,da statuette votive di divinità ctonie del tipo di quelle già recuperate nel 1897,insieme a maschere femminili.Il santuario di Poggio dell'Aquila che si estende per un arco di tempo che va dalla fine del VII al IV a.C. è relativo al culto di Demetra e kore; il carattere indigeno del santuario di Poggio dell'Aquila è provato,oltre che dalla presenza di alcuni oggetti fittili di antica fattura locale,anche dalla peculiarità delle offerte votive,databili intorno alla metà de V secolo a.C. Sempre nella terza sala, sono esposti reperti provenienti dall'abitato,che si estende su una vastissima area nella contrada Terravecchia. Si tratta sia di oggetti di uso comune, come i pesi del telaio,gli oscilla, le lucerne o le anfore da trasporto, che recano sul manico i bolli di fabbricazione,sia di metalli che testimoniano il giusto artistico degli abitanti, come un bel frammento di altorilievo raffigurante il dio Eros con sembianze di fanciullo,di tarda età ellenistica.Il frammento, rinvenuto nel novembre del 1994 doveva costituire parte della decorazione di un edificio di una certa rilevanza architettonica. Nell'ultimo settore della terza sala ,già in uscita vengono proposte alcune ceramiche vasi di maiolica del XV-XVI secolo, con decorazioni a motivi vegetali o antropomorfi nella tecnica del blu cobalto, sono la testimonianza di una creatività artigianale che ancora oggi si mantiene a Grammichele, oltre nella vicina, e sotto questo aspetto più nota Caltagirone.
Piazza Carlo Maria Carafa,1
Fonte: http://www.comune.gr...Inserito da Alfredo Petralia
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