Unica superstite del feudo di Fundrò, raso al suolo nel 1396 per mano di Martino il vecchio, la chiesa parrocchiale di Fundrò sembra affondare le sue origini nella storia come convento dei monaci basiliani. Intitolata a Santa Maria di Fundrò, dapprima abbandonata, fu successivamente recuperata nel 1421 come ospizio e eremitaggio. Nel 1421 era in rovina, Tommaso de Asmari, monaco benedettino di san Martino delle Scale, vi costruisce un chiostro, un campanile, un refettorio con un dormitorio, garanzia di vita regolare, ed esercita l'ospitalità verso i pellegrini. Alla morte di questo monaco benedettino, la struttura per qualche anno viene riabbandonata, tuttavia Guglielmo Crescimanno già abate altrove, la riapre con grande impegno economico, con l'aiuto delle due città Enna e Piazza. Nel 1467, il vescovo di Catania constata che la struttura si è ampliata, e a richiesta dei nobili di Castrogiovanni l'eleva a rango di abbazia. Da allora per l'abbazia è un crescendo fino a divenire abbazia di regia prelatura, l'abate faceva parte del braccio ecclesiastico del parlamento siciliano. L'abbazia continuò a funzionare per altri 200 anni dopo il 1400, assicurando le funzioni religiose accoglienza ai pellegrini e a quanti continuavano a gravitare nella zona.
Nel 1600 ricomincia il declino. Finisce di esistere nel 1620, quando i monaci ormai ridotti di numero si stancarono di vivere in un posto isolato sottoposti ad aggressioni da parte di ladroni e piccoli delinquenti.
Nella fase iniziale i monaci volevano recarsi ad Enna, ma dopo diverse vicende la città di Piazza Armerina ottenne il trasferimento della comunità benedettina. Il vescovo di Catania concesse i locali che attualmente ospitano la sede del Comune e la chiesa che ancora attualmente viene detta di Fundrò.
Nel 1622 l'abbazia fu trasferita nella città di Piazza Armerina. Nella chiesa di Fundrò è conservata una statua di Madonna proveniente dall'antica abbazia.
Allo stato attuale la zona è in completo abbandono, ma anche dal punto ambientale e naturalistico è un luogo importante. E' attraversata dal torrente Fundrò, l'unico corso d'acqua pulita potabile del nostro territorio.
Fonte: http://www.ilcampani...Inserito da Alfredo Petralia
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