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Religioso, Storico, Monumentale

La Chiesa Madre (detta "la Matrici") venne edificata, nel centro della vecchia Castellammare e al limite della città murata, su uno sperone di roccia tufacea che svetta sul mare per circa 25 metri. La costruzione venne iniziata nel maggio del 1726 dal principe di Aragona e signore di Castellammare Baldassare Naselli, per essere aperta al culto nel gennaio del 1736. In realtà, stando a quanto riferito dall'arciprete D. Tommaso Accardi la data del 1726 si riferisce alla terza riedificazione della Chiesa, che quindi sorgerebbe sulle fondamenta di costruzioni precedenti. Stando ad un atto notarile datato 4 maggio 1726, il costruttore fu il palermitano Carlo Bruno, mentre il progetto dell'edificio viene attribuito all'architetto Giuseppe Mariani che, oltre a realizzare i disegni, diresse i lavori. Legato alla tradizione classica, il Mariani adopera, nella facciata della Chiesa Madre, uno stile semplice e slanciato, le cui linee ben armonizzate si riflettono anche all'interno dell'edificio sacro, in cui è presente una grande navata centrale, strettamente connessa al presbiterio e alle navate laterali. All'esterno la chiesa si apre verso occidente con tre porte di ingresso, corrispondenti alle tre navate interne. La pianta è a croce latina e la divisione fra le navate è realizzata attraverso tre colonne a pianta quadrata per ogni lato, che sorreggono altrettanti archi rotondi. La separazione fra il presbiterio e il vano della chiesa, invece, avviene per mezzo di due gradini e una balaustra in marmo rosso. La chiesa, dedicata alla Vergine SS. del Soccorso, ospita al suo interno nove altari: il primo è l'altare maggiore, sormontato da un pregiato crocifisso ligneo e dedicato, appunto, al SS. Cricifisso. Nella navata di sinistra si trovano, a partire dal fondo della chiesa, l'altare del Simulacro di Maria SS. del Soccorso, chiuso da due pregiate ed antiche cancellate; l'altare dedicato a Giuseppe; quello di Maria SS. del Carmelo; l'altare di S. Vincenzo Ferreri con la statua di S. Rocco; a quest'ultimo altare segue il fonte battesimale in marmo. Nella navata di destra, procedendo nello stesso ordine, si trovano: l'altare del SS. Sacramento con la statua del S. Cuore di Gesù; l'altare di Maria SS. del Lume; l'altare dei SS. Apostoli Pietro ed Andrea; l'altare di S. Gaetano con la statua di S. Francesco d'Assisi. La decorazione interna, pur essendo influenzata dal Barocco, mantiene tuttavia una certa leggerezza e semplicità, e si caratterizza per gli stucchi e gli intrecci, cui si affiancano affreschi e marmi policromi. In particolare, su uno degli affreschi della navata principale è possibile leggere il nome dell'artista che li realizzò. Leggiamo infatti "Ioseph Tresca fecit A.D. 1767"; tuttavia da altre testimonianze risulta che non fu solo il Tresca a fare tali affreschi. Lo scrittore Agostino Gallo, infatti, parlando di Giuseppe Velasquez riferisce che questi, in età giovanile, seguì il suo maestro Giuseppe Tresca a Castellammare per dipingere tre affreschi nella volta centrale della Chiesa Madre. Ed è proprio al Velasquez che sembra si debba attribuire l'affresco dipinto nella volta del Coro, in cui si fondono Vecchio e Nuovo Testamento. La scena raffigura la discesa di Cristo Trionfante al limbo, attorniato dai principali protagonisti dell'Antico Testamento. Lo spazio pittorico è diviso in tre piani, in cui i colori si attenuano mano a mano che ci si avvicina al vertice, su cui svetta la raffigurazione del Cristo. Nel primo registro sono raffigurati Re David con l'arpa, Mosè con le tavole della Legge e il sommo sacerdote; nel secondo Adamo ed Eva. Per quanto riguarda gli altri affreschi, quello posto sopra l'ingresso principale rappresenta Ester che chiede la grazia per il suo popolo al re Aussero. L'affresco dipinto sopra l'arco del presbiterio raffigura invece Giuditta. Nel grande medaglione centrale è raffigurata l'Assunzione della Vergine Maria, sollevata dagli Angeli verso la SS. Trinità, con il Padre, rappresentato come un vecchio dalla barba bianca, il Figlio, che regge la Croce, e lo Spirito Santo, sotto forma di colomba.
Fonte: http://www.prolococa...Inserito da Alfredo Petralia   
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