La Badia Vecchia è sede del Museo Archeologico di Taormina. Sono esposti alcuni materiali provenienti dagli scavi recenti di Taormina, effettuati tra il 1984 e il 1998 dalla Soprintendenza di Messina. Nelle tre sale sono esposti reperti di periodo ellenistico, cioè risalenti al IV secolo a.C., e ancora ceramiche e rari contenitori in vetro di età romana. Non mancano frammenti di vasi in protomaiolica del tredicesimo secolo e maioliche rinascimentali.
Sala delle Ancore
In questa sala, sono esposti alcuni reperti, provenienti dai fondali del mar Ionio. Si tratta di tre anfore, di età ellenistica e romana. Sono anfore da trasporto, che si inserivano, nelle stive delle navi. Contenevano prevalentemente vino, ma anche olio. Interessanti, sono anche le ancore. Più precisamente, questo, è un ceppo di ancora, in piombo. I ceppi di questa tipologia, erano inseriti nel fusto di legno,dell'ancora. Gli elementi di pietra,sono delle ancore, usate in età greca. I fori, servivano per alloggiare una corda.
Primo Piano sala 1
In questa sala del primo piano, potete vedere una vetrina, che espone importanti reperti. Provengono dalla città di Taormina, l'antica Tauromenion greca, fondata nel 348 a.C., dai superstiti di Naxos. Il reperto più interessante, è un frammento di telamone, in calcare bianco. Proviene dalla Piazzetta san Domenico, e risale alla tarda età ellenistica. I telamoni più grandi, fino ad oggi conosciuti, si trovavano nel tempio di Giove Olimpio, ad Agrigento. Nella mitologia, Telamone era il padre dell'eroe Aià ce, e anche compagno di Eracle, nella famosa nave Argo. In architettura, tutte le statue maschili collocate nei teatri e nei templi,sono chiamate Telamoni. Le statue femminili, sono invece chiamate Cariatidi. Famose sono quelle che si trovano sull'acropoli di Atene.
Primo Piano sala 2
In questa sala sono esposte due statue di marmo di epoca romana. Una raffigura apollo la divinità della poesia. L'altra, invece, raffigura Herakles, venerato a roma come Ercole. Alla sinistra della statua potete vedere l'attributo tipico di Erakle, la Leontè. Si tratta della pelle del leone Nemeo che Erakle sconfisse in una delle sue dodici fatiche. Sulle pareti di questa sala potete ammirare numerose tele. Di particolare importanza, è il dipinto su tavola, raffigurante San Sebastiano.
L'iconografia è quella tipica: il santo è trafitto da numerose frecce. Secondo la tradizione, Sebastiano, fu condannato a morte, mediante supplizio delle frecce, perchè era cristiano, e perchè aveva aiutato i più bisognosi. Sebastiano, sopravvisse miracolosamente ai colpi, infertigli dai commilitoni.
Secondo piano sala 1
In questa sala, sono esposti, reperti di età romana imperiale. Il più significativo, è un sarcofago in marmo, in ottimo stato di conservazione. Risale al secondo secolo d.C. Sulla superficie esterna, potete vedere un fregio, ad alto rilievo.La scena, ritrae una festa dionisiaca, alla quale partecipano, tutti i personaggi tipici del banchetto di Bacco.Ecco i satiri, che suonano la lira, e il flauto.
Le mènadi invece stanno danzando, e portano in mano, i cà ntaroi, i calici per bere il vino.
Alcuni particolari, come i capelli, sono stati realizzati a traforo, mediante l'uso del trapano.
Secondo piano sala 2
In questa sala, sono esposti numerosi reperti, risalenti all'epoca romana, bizantina, e medievale.
Focalizzate la vostra attenzione sudi un sistema di canalizzazione dell'acqua, usato dai romani. L'acqua veniva convogliata dentro grossi tubi di terracotta, che, come potete vedere, si incastrano perfettamente tra di loro. Al centro, si trova un grosso vaso, con due fori. Serviva, per far diminuire la pressione dell'acqua, nella conduttura. In una delle vetrine, vi sono alcuni reperti eccezionali, si tratta di decorazioni in stucco, che ornavano le pareti di una villa taorminese. I soggetti, sono vegetali, con foglie di acanto. Potete notare, anche una maschera teatrale, simile a quelle che si usavano nelle tragedie, e nelle commedie antiche. Questi stucchi, si datano, tra il primo, e il secondo secolo dopo cristo. Nella parte centrale della stessa vetrina, sono esposti alcuni contenitori di epoca romana. Alcuni sono in terracotta, ma quelli più pregiati, sono quelli in vetro, che in gergo, si chiamano olle. Risalgono ai primi due secoli della nostra epoca, e sono in vetro soffiato.
Notevoli, sono anche i frammenti di scodelle, in protomaiolica e maiolica. Risalgono al medioevo, e furono trovati nei pressi della caserma dei Carabinieri di Taormina.
Nella seconda vetrina, sono esposti altri reperti di età romana. Si tratta di frammenti di contenitori vitrei, e di scodelle in terra sigillata. Questo nome, deriva dalla tecnica di lavorazione: infatti, prima di essere cotte, le scodelle, erano immerse in un bagno di argilla, sciolta in acqua. Questo procedimento, rendeva la superficie compatta, liscia, e impermeabile, e quindi sigillata. Importanti anche gli altri vasi, conservati sul lato corto di questa vetrina. Potete vedere, un'olla di vetro con coperchio, di età romana. Un'urna cineraria, in alabastro, un albarello in maiolica blu di epoca rinascimentale, e una brocca in maiolica, del seicento. L'ultima vetrina, è ricavata dentro una nicchia. Conserva, una fiasca di bronzo, del dodicesimo secolo, proveniente dai fondali di Isola Bella, e una lucerna medievale di bronzo, che una volta, era alimentata con l'olio d'oliva.
Fonte: LinkInserito da Alfredo Petralia