La Riserva naturale orientata dello Zingaro è una riserva gestita dall'Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana. La costa dello Zingaro è uno dei pochissimi tratti di costa della Sicilia non contaminata dalla presenza di una strada litoranea. Nel 1976 erano già iniziati i lavori per la costruzione della litoranea Scopello-San Vito Lo Capo, ma in seguito ad una serie di iniziative del mondo ambientalista, culminate in una partecipatissima marcia di protesta che ebbe luogo il 18 maggio 1980, l'Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana si impegnò ad espropriare l'area dello Zingaro riconosciuta di grande interesse ambientale. Con la legge regionale 98/1981, venne ufficialmente istituita la riserva, la prima riserva naturale della Sicilia, affidata in gestione all'Azienda Regionale Foreste Demaniali. La riserva si estende nella parte Occidentale del Golfo di Castellammare, nella penisola di San Vito Lo Capo che si affaccia sul Tirreno tra Castellammare del Golfo e Trapani. Il territorio ricade in parte nel comune di San Vito Lo Capo e in parte nel comune di Castellammare; si estende lungo 7 km di costa e quasi 1.700 ha di natura incontaminata. La costa è formata da calcareniti quaternarie e da rilievi calcarei del Mesozoico di natura dolomitica, con falesie che da un'altezza massima di 913 m (Monte Speziale) degradano ripidamente verso il mare, intercalate da numerose calette.
La riserva ospita circa 670 taxa infragenerici vegetali, alcuni dei quali endemici e rari. Di questi 502 sono dicotiledoni, 153 monocotiledoni 3 gimnosperme e 10 pteridofite. Di notevole interesse la flora lichenica che annovera per la riserva 130 specie mentre per i muschi sono note 35 specie. Infine sono stati rilevati nel territorio della riserva anche 27 specie di funghi (macromiceti) di cui la famiglia più rappresentativa è quella delle Tricholomataceae. Le specie fanerogamiche endemiche costituiscono il 6,3% rispetto al totale delle specie della riserva e l'1,6% rispetto alla flora della Regione. Sono rappresentati differenti ecosistemi mediterranei, parzialmente modificati da residui di attività agricole. Il paesaggio originario era costituito in massima parte da foresta mediterranea sempreverde (foresta xerofila) le cui tracce sono tuttora rappresentate da zone di lecceta, dove trovano ospitalità piccole felci, ciclamini, cespugli di pungitopo e, al limite ovest della riserva, anche da frammenti di sughereta, testimonianza di quella formazione forestale a sughera oramai quasi del tutto scomparsa nel resto della Sicilia occidentale. L'aspetto attualmente più peculiare della riserva è tuttavia la gariga a palma nana, che caratterizza ampie zone del paesaggio costiero e che in contrada Zingaro, dove si trovano esemplari di Chamaerops humilis che raggiungono i 2-3 m di altezza, assume rilevanza di macchia. Il paesaggio predominante nelle zone costiere è quello della macchia bassa caratterizzata dallo sparzio villoso, la ginestra odorosa, il timo selvatico, l'Erica multiflora, l'olivastro, l'euforbia arborea e l'euforbia di Bivona. Sono presenti inoltre l'alloro, la malva, il cappero, il finocchio selvatico. Tra le rocce affioranti si sviluppano il ranuncolo, l'issopo e l'endemico Allium lehmannii. Tra le specie introdotte per la coltivazione si annoverano infine il mandorlo, il frassino da manna , il carrubo e la vite. La prateria mediterranea ad ampelodesma, costituisce l'aspetto dominante del paesaggio vegetale della parte alta della riserva; è rappresentata principalmente dalla disa e dal barboncino mediterraneo; accoglie inoltre specie endemiche quali il timo spinosetto, il giaggiolo siciliano, lo zafferanetto di Linares, la speronella e la Silene sicula, nonché specie non comuni quali la esoterica mandragola autunnale. Sono state descritte oltre 40 specie endemiche, tra cui merita una segnalazione particolare il rarissimo limonio di Todaro rinvenibile a 750 m di altezza sulle rupi di Monte Passo del Lupo, esclusivo dello Zingaro. Si possono incontrare infine oltre 25 specie di orchidee selvatiche tra cui l'orchidea a mezzaluna, endemica della Sicilia, e le sub-endemiche Orchis brancifortii, Ophrys oxyrrhynchos e Neotinea commutata.
Nella riserva nidificano ben 39 specie di uccelli tra cui il falco pellegrino, una delle ultime dieci coppie presenti in Sicilia dell'aquila del Bonelli, la poiana e il gheppio; incerta è invece la nidificazione del nibbio reale. Durante il periodo delle migrazioni sono stati avvistati anche esemplari di aquila reale e di falco pecchiaiolo. Altri uccelli presenti sono il corvo imperiale, lo zigolo nero, il passero solitario, la coturnice, il gabbiano, il piccione selvatico, il rondone comune, il rondone pallido, la cornacchia grigia, la gazza, il cardellino e l'usignolo. Fra gli uccelli notturni sono presenti la civetta e l'allocco. Tra i mammiferi sono molto diffusi il coniglio e la volpe. Sono presenti anche la donnola, il riccio e l'istrice; tra i roditori, l'arvicola del Savi ed il topo quercino. Nelle numerose grotte presenti nella Riserva albergano otto differenti specie di pipistrelli tra cui il raro orecchione bruno, il ferro di cavallo, il miniottero e il pipistrello albolimbato. In passato era inoltre presente anche la foca monaca, avvistata per l'ultima volta nelle grotte marine dello Zingaro nel 1972. Tra i rettili sono presenti la vipera, il biacco, il gongilo, il geco, il ramarro e due specie di lucertola, la Podarcis sicula e la meno comune Podarcis wagleriana. In un'area della riserva ricca di pozze d'acqua (abbeveratoio di contrada Acci) è possibile incontrare l'endemico discoglosso dipinto, nonché uno degli artropodi più rari dell'Italia, il granchio di acqua dolce. Sono individuabili numerose specie di insetti tra cui l'ape legnaiola (Xylocopa violacea), ape solitaria che deposita le sue larve in gallerie scavate nei tronchi d'albero morti, la bella Vanessa atalanta, l'unica farfalla che sverna in questi luoghi anche allo stato adulto, il panfago, una grossa cavalletta incapace di volare. Un cenno particolare, con riferimento alla fauna marina costiera, merita infine la presenza nella riserva di ampie zone di trottoir a vermeti, un'importante biostruttura tipica del Mar Mediterraneo, per molti versi simile alle barriere coralline. La sua crescita è legata ad un processo di cementificazione di gusci di due specie di molluschi gasteropodi della famiglia dei Vermetidi: il Dendropoma petraeum e il Vermetus triquetrus. L'importanza di questa biostruttura è legata alla sua capacità di modificare l'aspetto e le caratteristiche ecologiche delle coste rocciose, ampliando lo spazio a disposizione delle specie, stimolando la biodiversità dei popolamenti associati. Tra le forme di vita che popolano le pozze di scogliera si annoverano l'Actinia equina, comunemente nota come pomodoro di mare, e l'Anemonia sulcata detta capelli di Venere; diverse specie di madrepore dai colori intensissimi come le Astroides calycularis e i Parazoanthus axinellae, e numerose specie di piccoli pesci, tra cui varie specie di bavose e di labridi, il succiascoglio e lo scorfano.
Fonte: https://it.wikipedia...Inserito da Alfredo Petralia
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