In molte zone del territorio comunale sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici d'epoca greco-romana. Tra le varie ipotesi che sono state avanzate, alcuni studiosi collocano in contrada Reilla il tempio di Diana Facellina o una sua dipendenza (l'Artemisio) e ad Archi, precisamente alla foce del torrente Floripòtema, il canale navigabile che nell'antichità costituiva l'imbocco del Nauloco, un ampio bacino capace di ospitare le 300 navi di Sesto Pompeo che il 3 settembre del 36 a.c. si scontrarono e furono sconfitte a largo delle acque di Milazzo dalla flotta di Ottaviano Augusto.
Secondo la tradizione, riportata dallo storico Rocco Pirri, agli inizi della conquista normanna dell'isola (1082-1088), il Conte Ruggero d'Altavilla, avendo conseguito nella zona di Milazzo una decisiva vittoria sugli arabi, fece costruire un monastero (non più esistente) di monaci basiliani e una chiesa dedicata a San Filippo.
All'abate del monastero, che era uno dei componenti del braccio ecclesiastico del Parlamento siciliano, fu riconosciuto il diritto angarico di riscuotere dai contadini del feudo la ventesima parte del loro raccolto. Il 9 marzo 1094, il monastero e le terre di San Filippo, originariamente assegnate al vescovo di Messina, passarono sotto la giurisdizione della nuova diocesi di Patti e successivamente alla Prelatura di Santa Lucia.
Nel secolo XV la comunità monastica venne a mancare, non si sa se per mancanza di vocazioni religiose o per sopraggiunte difficoltà di ordine economico. Un catastrofico terremoto del 1542 seminò rovine e morti per tutta la Sicilia. Nel 1547 e nel 1576 si ebbe un micidiale attacco di peste, che da Messina si estese fino a S. Lucia, dove trovarono la morte circa cinquemila persone. Privo della sua comunità basiliana, il cenobio si avviò rapidamente verso la sua completa rovina.
Con la legge del 10 agosto 1812, i nati del comprensorio di S. Filippo si registrarono, fin dal 1820, allo stato civile di Santa Lucia.
Fu il Regio Decreto del 16 ottobre 1853 a sancire la nascita ufficiale del Comune autonomo di San Filippo. Con la creazione del Comune, non immediatamente fu conseguita la completa autonomia e indipendenza anche nel campo dei beni patrimoniali e demaniali, a cui il paese aspirava. Infatti, I confini tra i due Comuni vennero fissati con Regio Decreto del 15 novembre 1858.
Riguardo alla denominazione ufficiale da dare al Comune, si verificarono non poche incertezze prima di giungere a quella definitiva. Il primo timbro del Comune, recava la dicitura municipalità di San Filippo. Veniva così a cadere l'antica denominazione San Filippo di S. Lucia. Fu dal 1877 che venne usato in modo definitivo San Filippo del Mela. II primo sindaco fu Don Luigi Carrozza.
Durante l'epopea dei Mille, nei giorni che precedettero l'epica battaglia di Milazzo (20 luglio 1860), le zone di Archi e Corriolo furono al centro degli scontri tra l'esercito borbonico e le truppe garibaldine comandate dal Generale Giacomo Medici. Molti filippesi presero parte agli eventi bellici e in contrada Angeli venne approntato un ospedale per soccorrere i feriti. Emblematica è la testimonianza dello scrittore milazzese Giuseppe Piaggia, che così descrive una fase dello scontro di martedì 17 luglio:
"...e due compagnie della brigata Medici, sotto il comando del colonnello Simonetta, accompagnate con piccoli drappelli di messinesi, e cacciatori delle Alpi, e campagnoli di Camastrà e S. Filippo, occupavano le colline che costeggiano a sud la strada provinciale poco prima degli Archi, e parte della gente medesima portavasi sù colli trà quali il summenzionato torrente ha corso a lato sud del villaggio di Corriolo".
Due lapidi, una datata 1892, posta sulla facciata del palazzo in passato sede della Società Operaia, in via Garibaldi, e l'altra posta nella facciata di un vecchio palmento nella villa Formigari a Corriolo, ricordano il passaggio dell'eroe dei due mondi e gli storici avvenimenti. Il 21 ottobre 1860, con 506 "si" e nessun "no", San Filippo votò la sua unione al Regno d'Italia. Il censimento, compiuto l'anno dopo, registrò 2825 abitanti.
Nell'Ottocento secolo il territorio filippese era ricoperto da numerose colture di vigneti, oliveti, agrumeti e alberi da frutto.
Grande importanza, inoltre, rivestivano l'allevamento del bestiame e la produzione della seta. Intorno alla metà del secolo, poi, molte donne praticavano l'attività di filandiere.
Particolarmente diffuse erano anche le industrie della calce e del gesso.
Nel 1870 il paese contava 2867 abitanti e attraverso la realizzazione d'importanti opere pubbliche, diventava sempre più armonico e migliorava il suo tenore di vita. La prima scuola, anche se in edifici privati, inizia nel 1873 al centro e nel 1877 nella frazione di Corriolo.
Fonte: http://www.messenia....Inserito da Alfredo Petralia
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