La Storia Da un Diploma di Guglielmo II del 1182, nel quale vengono descritti i confini dei possedimenti e territori concessi alla Chiesa di Santa Maria La Nuova di Monreale, troviamo un accenno del Vallo de Palumbo che, pare abbia dato nome a tutto quel vasto territorio che agli inizi del 1400 fu conosciuto come Feudo Palumba.
Il territorio a valle è attraversato dal fiume Torto nei pressi del quale passava la Magna Via Francigena fatta costruire dal gran conte Ruggero per la conquista di Palermo.
Su una collina rocciosa che sovrasta lo stesso fiume, denominata Castellaccio, sono state rinvenute necropoli cristiane risalenti al IV e V secolo, armi di pietra grezza levigata, vasi di terracotta di varie epoche e bronzi che attualmente si conservano presso i magazzini del Museo Nazionale Salinas di Palermo. Dall'esame del censo feudale del 1404, sotto Re Martino, si rivela che il Feudo Palumba apparteneva alla famiglia catalana dei Valguarnera.
Un Giovanni Valguarnera, nel 1414 fu Capitano di Giustizia di Palermo, ed ottenne l'investitura del feudo Palumba nel 1417, che rimase di proprietà di questa famiglia fino agli inizi del 1600. Nell'ordinamento delle comarche del Vallo di Mazzara, del 1583, troviamo indicata nel feudo Palumba l'esistenza di un casale con 45 famiglie, per lo più burgisi e jurnatari, fondato nella comarca di Termini Imerese. E' probabile che fin da allora esistesse una chiesa. Nel 1594 il feudo Palumba fu colpito da tifo, tanto che, lo stesso feudatario Annibale Valguarnera che con i familiari dimorava nel feudo, fu costretto a ritirarsi in Godrano.
In seguito il feudo subì molteplici passaggi di proprietà fino al 1630, quando Margherita Orioles Ansalone ottenne da re Filippo IV di Spagna il titolo di Principessa di Roccapalumba, per lei e per i suoi successori. Roccapalumba non nacque con un preciso atto di fondazione (la cosiddetta Licentia populandi che il principe otteneva dal re dietro pagamento di una grossa somma di denaro), bensì per lo sviluppo dell'antico nucleo abitato, che probabilmente sorse addossato alla Rocca (Xarria).
Successivamente, per volontà dei principi che intendevano dare un più razionale assetto urbano all'abitato in rispondenza ai canoni del tempo, venne avviata la costruzione del palazzo baronale dal quale si dipartiva una grande strada (l'attuale Corso UmbertoI°) da cui si diramavano perpendicolarmente le vie secondarie. Il Palazzo venne costruito verso il 1632 su un progetto dell'architetto madrileno Alvarez Fernavdo Vetro. Nel 1641 la principessa Donna Stefania Ansalone soggiornò col figlio Paolo nella casa baronale di Roccapalumba conducendo con sé come pedagogo il Domenicano don Vincenzo Scaglione. Il 21 dicembre dello stesso anno, venne consacrata e aperta al culto la chiesa dedicata a San Paolo.
La principessa incentivò l'agricoltura e offrì case e terreni agli abitanti avviando così lo sviluppo del paese.
Alla morte di Paolo Ansalone, gli succedette nel 1680 il nipote Giuseppe Corvino Ansalone ma, poiché era minorenne, l'amministrazione venne assunta dal padre Francesco il quale nominò nella persona di Giuseppe Coniglio un Maestro Notaro delli Giurati cioè la magistratura comunale del tempo.
I giurati erano assistiti da un Consiglio Civico, i vocali ovvero i capi famiglia del paese. Nello stesso periodo venne costruita nella fenditura della rocca la chiesa di Santa Maria da luci.
Francesco Moncada Principe di Ladreria, l'11 aprile 1715, venne investito dello Stato e delle terre di Roccapalumba e la sua famiglia governò fino all'abolizione della feudalità (1812).
A riprova dell'aumento della popolazione, verso la metà del secolo XVII il barone di Roccapalumba otteneva il 76° posto nel Parlamento del Regno.
Nel 1781 iniziarono nel quartiere Passamonte i lavori per la costruzione di una terza chiesa, dedicata a Santa Rosalia. Tra il 1794-96 vennero costruiti alcuni abbeveratoi in contrada San Filippo Garufa e Case Vecchie e sorsero anche le prime fornaci (stazzuni) per la fabbricazione di mattoni e manufatti dando così sviluppo all'industria dei laterizi.
Nel 1835 fu aggregato al Comune di Roccapalumba il feudo di Regalgioffoli col relativo villaggio di origine araba, dotato di acqua potabile.
Nel censimento del 1852 la popolazione contava già più di 3000 abitanti. I movimenti e le vicende che portarono all'Unità d'Italia, coinvolsero l'intera comunità che partecipò attivamente con proprie squadre di garibaldini negli scontri che ebbero luogo a Gibilrossa e a Palermo contro i Borboni nel 1860, grazie all'attività del Comitato Patriottico nato il 18 marzo dello stesso anno per volontà dei patrioti Pietro e Francesco Mazzola.
Il 28 giugno 1860, le truppe garibaldine entrarono in paese guidate da Giuseppe Cesare Abba.
Tra il 1860 e 1861 il Comune di roccapalumba fu agitato da una vecchia e lunga questione relativa a una vasta zona di terre intorno al paese, in gran parte incolta, che la famiglia Avellone riteneva essere di sua proprietà . Si trattava delle terre Comuni che i cittadini utilizzavano fin dalla nascita del paese per i propri bisogni senza pagare nulla. A favore delle Terre Comuni, si schierò sin dal 1897 il dr.Francesco Rosolino Fazio, il quale accusò gli Avellone di aver usurpato le Terre Comuni e la Rocca L'annosa questione riprese vigore con l'elezione a sindaco dello stesso Fazio e si risolse a favore del Comune il 13 luglio 1937.
Fonte: LinkInserito da Alfredo Petralia