Oltrepassato l'arco di S. Antonio si giunge al Belvedere, noto col nome di Pietra Rosa per la presenza di una roccia dolomitica, aperto intorno al 1850. Da qui la vista è incantevole; si può ammirare lo splendido panorama della campagna, delle alture e dei paesi circostanti. A settentrione si estende il mar Tirreno, dove si possono vedere perfettamente, quando il cielo è terso, le isole Eolie ed Ustica. Girando lo sguardo all'intorno, ad occhio nudo, si distinguono Capo Zafferano e Capo Sant'Elia, la rocca di Cefalù, Isnello, Castelbuono, Ceraci Siculo, Cangi, S. Mauro Castelverde, Tusa, Motta d'Affermo, Pettineo, S. Stefano di Camastra, Caronia, S. Fratello, S. Agata Militello, la cima dell'Etna e Capo d'Orlando.
Nella parte centrale del Belvedere, utilizzando il pendio roccioso ai piedi dell'antico torrione, è stato ricavato per la forte volontà dell'Amministrazione comunale che, con propria delibera n°134 del 10 agosto 1972, ha affidato l'incarico della progettazione all'Arch. Antonio Foscari di Venezia, lo ha approvato con delibera n°94 del 10 dicembre 1974 e lo ha realizzato con i fondi provenienti dalla vendita di terreno comunale alla Società Valtur. Importante è poi risulta l'opera svolta da un maestro muratore di Castelbuono, dipendente dell'Impresa Catalano e dall'Arch. Francesco Doglioni. Il Teatro all'aperto che può ospitare circa 1500 spettatori e che presenta le caratteristiche sostanziali del teatro greco: posizione panoramica, luminosità, collocazione delle gradinate in convergenza verso la scena, facilità dell'afflusso e del deflusso. Tuttavia esso resta un'opera moderna ed originale perché il disegno geometrico segue un andamento irregolare che rispetta le accidentalità del terreno. L'insieme è reso più suggestivo dal colore delle pietre utilizzate per costruire le gradinate, per metà di colore rosato e per metà bianche.
Fonte: http://win.prolocopo...Inserito da Alfredo Petralia
Mostra / Nascondi