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Religioso, Storico, Monumentale, Artistico

Sulla parte posteriore della chiesa del Rosario, ora chiusa al culto, si notano tre piccoli bassorilievi, raffiguranti due apostoli e Cristo che risorge; un tempo questi si trovavano sull'altare maggiore della Matrice, che sorge a destra della piazza. La torre cam­panaria, originariamente separata dal corpo del­la chiesa, è di forma quadrata e anticamente fun­geva, forse, da torre di vedetta. Il nucleo origina­rio della chiesa, che custodisce parecchi tesori artistici, sicuramente anteriore al sec. XVI, com­prendeva la sola navata centrale. Sono del sec. XVII le altre due navate e il presbiterio. Que­st'ultimo e le due cappelle laterali sono stati costruiti sopra degli archi (via Archi) eretti per superare il dislivello del terreno rispetto alle basi della restante costruzione. La volta, a cassettoni, è stata rifatta nel 1927; il pavimento nel 1937. Subito dopo l'ingresso laterale, a destra, in una nicchia è situata una Madonna col Bambino, la cui datazione risulta assai difficile. Secondo la tradizione è la più antica opera d'ar­te esistente nella chiesa; il Gagini l'avrebbe ricavata dalla statua di una divinità pagana: Dia­na o Cerere.
Sulla base di essa si legge il nome di Calorius Chiavolino, del quale non si possiede alcuna notizia. Di fronte la Madonna col Bambino è un magnifico fonte battesimale di scuola Gaginiana. Ai lati della prima navata si trovano due acquasantiere decorate con bassorilievi, entram­be del sec. XVI e provenienti, una dall'antica chiesa di S. Giuliano e l'altra dalla chiesa dell' Annunziata. Quest'ultima riproduce in piccolo il fonte battesimale.
Lungo la navata si susseguono 5 altari. Sul terzo è situata la Madonna della Grazia, un pregevolis­simo bassorilievo in marmo (1514) d'i Antonello Gagini. Notevole in esso l'umanizzazione della divinità: la Madonna è una madre che sorride al proprio bambino mentre lo allatta; la dolcezza che sprigiona dal suo volto è sottolineata dalle pieghe fluenti e morbide del panneggio. L'opera fu commissionata al Gagini dai coniugi Bene­detto ed Eleonora Minneci, nobili palermitani. Sullo zoccolo esiste un fregio marmoreo raffigurante scene della nascita di S. Giovanni Battista. Sull'altare successivo si trova una Pietà, altro bassorilievo di pregevole fattura, opera della scuola del Gagini: il viso della Madonna è atteggiato ad un dolore composto e contenuto col quale contrastano le increspature rigide del panneggio.
Un cancello separa la navata dalla cappella della Natività, fatta costruire a proprie spese, nel 1629, dal chierico pollinese Pietro Bonafede dietro suggerimento dell'allora vescovo di Cefalù Mons. Muynera, allo scopo di dare degna sede all'artistico gruppo marmoreo (1526) crea­to da Antonello Gagini su commissione di Mar­gherita Minneci. Anche qui possiamo notare la capacità dello scultore di rendere, nell'espres­sione dei volti, nonostante la posa di maniera e l'adorazione estatica per il divino bambino, il compiacimento tutto umano dei genitori per il figlio appena nato. L'altare è rivestito di un pal­lio raffigurante le quattro stagioni, che provie­ne dall'antica chiesa di S. Giuliano. Sulla pa rete destra della stessa cappella si può ammi­rare un bassorilievo molto antico, in stile bi­zantino che rappresenta Cristo che incorona la Vergine e scene della vita della Madonna. Sulla parete sinistra si trova un antico tabernacolo, che reca sulla base la scritta « PINUS DEODO » di difficile interpretazione.
Ai due lati del presbiterio soprelevato si possono ammirare due candelabri in bronzo del 1607. Questi, assieme a dei paramenti decorati con 6 leoncini in filo d'oro, una croce del 500 che viene esposta in occasione delle feste solenni sull'altare maggiore e il banco dei giu­rati in legno intagliato, costituiscono il tesoro della chiesa. Sulle due pareti laterali, in alto, spiccano due artistici sportelli che prima or­navano l'organo è che raffigurano i Santi Gio­vanni e Paolo, cui la Chiesa è dedicata. Pare che siano da attribuire ad Antonello da Messina. Il coro, in legno intagliato (1814), è di ignoto arti­giano castelbuonese. L'altare maggiore antica­mente era monumentale; lo ricoprivano nume­rosi bassorilievi, molti dei quali adesso sono dispersi. Vi si trovavano 12 apostoli rivolti verso il Cristo che risorge, scene del giudizio univer­sale e lastre marmoree di notevole valore ar­tistico. Di tale ricco complesso scultoreo rimangono appena 6 pezzi collocati in posti disparati. In fondo alla navata sinistra è l'accesso alla cappella del Sacramento, costruita nel 1663. Sul­la parete destra si trova una cassaforte del sec. XVII contenente le reliquie dei Santi Giovanni e Paolo e di S. Giuliano, patrono del paese. Sul lato sinistro, accanto alla parete, è collocato un antico candelabro a 7 bracci in ferro battuto
Nella navata sinistra un altare di rilievo è quello dell'Annunziata, cosiddetto perché una lastra di marmo sopra l'altare rappresenta scene dell'Annunciazione; su di esso si trova la statua della Madonna calva col Bambino.
Niccolò Cangialosi, paggio alla corte imperiale di Spagna, e la moglie Giovanna, ai quali si deve la costruzione della Chiesa dell'Annunziata da dove la statua proviene. Sopra l'altare del Pur­gatorio una lastra marmorea, che prima si tro­vava sull'altare maggiore, rappresenta i 12 apo­stoli, Cristo e i 4 dottori della Chiesa occiden­tale: Agostino, Gregorio Magno, Ambrogio e Girolamo. Le immagini sono in gran parte sfigurate per le traversie cui è andato soggetto il fregio; le poche integre sono atteggiate ad una solenne ieraticità.
Fonte: http://win.prolocopo...Inserito da Alfredo Petralia   
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