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Natura, Parchi, Riserva, Storico, Grotte, Monumentale, Paesaggio, Panoramico

Al parco si arriva percorrendo la Strada Statale 113, che lambisce la settecentesca Villa Rammacca, attraversando le cave di pietra ormai inutilizzate e oltrepassando due discariche in disuso. Il paesaggio è decisamente arido, l'ambiente degradato dato che l'attività estrattiva ha lasciato sui crinali della montagna squarci e ferite insanabili. Il disboscamento, gli incendi ed il pascolo intensivo hanno trasformato il tipico paesaggio mediterraneo e la sua vegetazione originaria è sopravvissuta esclusivamente sulle rupi più inaccessibili. Il paesaggio però, cambia rapidamente un centinaio di metri più avanti quando l'ambiente si arricchisce di giardini di agrumi, uliveti e della rara quercia spinosa (unica nella Sicilia settentrionale), poi salendo ancora della palma nana e di altre specie rupestri come l'iberide, il fiordaliso rupestre di todari, l'erba perla, il garofano rupestre e la violaccia. In primavera è possibile ammirare le splendide orchidee selvatiche come l'orchis commutata e l'orchis Branciforti, presente solo in Sicilia e Sardegna. Lungo i pendii invece, troviamo il pino, l'euforbia, il leccio, il terebinto, il lentisco e la fillirea. Di particolare interesse e bellezza infine, l'erica e il cisto.
L'avifauna è quella tipica delle scogliere rocciose siciliane. Qui trovano il loro habitat il falco pellegrino e il passero solitario. La macchia fitta invece, è frequentata dall'occhiocotto, mentre quella più rada è preferita dal saltimpalo che troviamo spesso bene in vista sui posatoi. Poche le specie di mammiferi fra cui la volpe, la donnola, il coniglio selvatico, il riccio e l'istrice. Tra i rettili sono presenti il ramarro, la lucertola campestre e il biacco. Gli anfibi sono rappresentati dal rospo comune e dal sempre più raro discoglosso.
Di particolare bellezza è il tratto di contrada Vignazza che ha l'aspetto di un 'anfiteatro' naturale e che è meglio conosciuto come 'chianu di mastr'Aspanu', dove il parco appare in tutta la sua bellezza. Camminando i colori e i paesaggi si alternano e ci si immerge sempre più nella natura con un senso di isolamento assoluto. Attraverso i vari percorsi tracciati dalla Forestale è possibile raggiungere diversi punti panoramici, scendere nelle falesie (costa con pareti rocciose a picco sul mare) che ospitano numerose grotte di origine tettonica e marina. Le prime hanno uno sviluppo verticale e possono raggiungere la profondità di decine di metri, meglio conosciute come 'Zubbi'. Questi ultimi si sarebbero formati agli inizi del Pleistocene (epoca del Quaternario, che va da 1,8 milioni fino a diecimila anni fa), quando Monte Catalfano era un isolotto immerso nel mare. Sono presenti inoltre, grotte di origine marina, scavate dalla lenta erosione delle onde del mare e dalla presenza di piccole perforazioni nelle pareti scavate da organismi come i datteri di mare. Salendo sino a 400 metri d'altezza il panorama si apre a nord sul Mar Tirreno, a est su Mongerbino, Capo Zafferano e la Cittadella di Soluto, a sud Bagheria e le sue ville, a nord ovest sulla valle verde dell'Eleuterio e sul Golfo di Palermo.
Il parco di Monte Catalfano è un angolo di vera natura che si trova poco distante dall'abitato di Bagheria. Una vera e propria oasi di pace di circa 300 ettari dove trascorrere qualche ora di relax. Il parco si estende lungo il complesso montuoso che comprende, da ovest ad est, il Monte d'Aspra (Monte Irice, Cozzo San Pietro e Cozzo Tondo), Monte Catalfano (Monte Catalfano e Cavallo di Mezzo) e Monte Città, sede dell'antica città punica di Solunto.
Monte Catalfano si estende per circa 1,5 Km con pareti scoscese a strapiombo, alte anche un centinaio di metri. L'area del parco può essere schematizza in tre zone: la zona pendici, la zona delle discariche (comprendente la cava e il pianoro di Portella Vignazza, dove sorgerà un Centro di Educazione Ambientale che si prefigge di diventare centro propulsore di cultura ambientale e di aggregazione fruibile dalle scuole, famiglie o visitatori), le zone in quota, dove numerosi sentieri, attraversando la macchia mediterranea e le zone rimboschite, costituiscono percorsi panoramici, collegano grotte naturali ospitate nelle falesie a nord e raggiungono le imboccature degli zubbi.
Fonte: www.guidasicilia.itInserito da stefano pulvirenti   
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